“I rapidi sviluppi di tecnologie quali intelligenza artificiale, cloud, blockchain, big data & analytics, tecnologie quantistiche, reti 5G e 6G, tecnologie satellitari, stanno alterando profondamente il panorama delle minacce, che non cessa di divenire sempre più esteso e complesso, in particolare per quanto riguarda la sicurezza digitale, con riflessi anche in diversi ambiti della sicurezza nazionale”. È l’allarme messo nero su bianco nella Relazione annuale dell’Intelligence presentata al Parlamento. (SCARICA QUI LA RELAZIONE)
Crescita vertiginosa delle minacce
“Come è emerso anche nella dichiarazione finale rilasciata in occasione del vertice sull’agenda Nato 2030 (Bruxelles, 14 giugno 2021), saremo “chiamati ogni giorno di più a confrontarci con minacce cyber e ibride, comprese le campagne di disinformazione, e l’uso dannoso di tecnologie emergenti sempre più sofisticate, come l’intelligenza artificiale, per fini malevoli”, si legge nel capitolo “Il mondo in trasformazione” in cui è dedicato l’approfondimento sulle nuove frontiere tecnologiche.
Secondo l’Intelligence “le possibilità conferite dalle nuove tecnologie – in particolare per ciò che concerne la portata, la velocità e il loro potenziale impatto in ambito sociale, culturale, politico, militare ed economico – così come la loro rapida evoluzione, non hanno precedenti. Tali circostanze sono dovute, tra gli altri motivi, alla natura “open” dell’innovazione moderna, prodotta principalmente dal mondo dell’impresa privata, al contrario di quanto avveniva in passato quando il processo d’innovazione più spinta fluiva dall’ambito militare/governativo a quello civile e dell’industria. Questo fa sì che, oggi, sia l’insieme dell’economia digitale a generare le potenzialità tecnologiche e le basi industriali che, al di là della primaria funzione di sviluppo dei consumi, possono assumere una valenza militare o intelligence”.
Nel mirino la cosiddetta modalità dual-use ossia l’utilizzo delle tecnologie a scopo sia civile che militare, molte più facilmente accessibili che in passato e le cui possibilità di impiego sono difficili da prevedere nel loro insieme.
La supremazia tecnologico-industriale
Inoltre, aggiunge l’Intelligence, “il rapido tasso di innovazione sta superando la capacità degli Stati di tenersi al passo con gli ultimi sviluppi tecnologici e il loro potenziale impatto sulla società. Nonostante alcuni Paesi abbiano finora provato a elaborare meccanismi per mitigare o gestire tali dinamiche, la portata globale e gli effetti di molte delle tecnologie di frontiera richiederebbero nuove soluzioni di governance multilaterale su cui è difficile trovare un accordo, alla luce di importanti differenze strategiche e ideologiche tra gli attori statuali di maggiore influenza in questo dominio. Sta piuttosto prendendo forma una serrata competizione (economica e strategica) per la supremazia tecnologico-industriale e per il conseguente controllo delle dinamiche della nuova fase della digitalizzazione, i cui effetti (sia positivi che negativi) avranno un impatto considerevole anche sul nostro Paese”.
La digitalizzazione fra opportunità e rischi
Secondo l’Intelligence lo sviluppo tecnologico e la sicurezza nazionale sono da considerarsi, due facce della stessa medaglia: “La digitalizzazione porterà con sé crescita economica e nuove opportunità, rendendoci al contempo più vulnerabili ed esposti a un maggior numero di rischi. La centralità della trasformazione digitale per una crescita economica sostenibile e inclusiva è diventata particolarmente evidente negli ultimi anni a causa della pandemia da Covid-19, che ha accelerato, tra le altre, l’adozione di tecnologie di collaborazione e cloud su larga scala come conseguenza dell’aumento del lavoro da remoto”.
Mantenere l’uomo al controllo dei sistemi tecnologici
Se da un lato la digitalizzazione è accompagnata da iniziative volte a rendere la Nazione più robusta e resiliente – “sono stati pianificati interventi tecnologici ad ampio spettro accompagnati da riforme strutturali, tra cui il supporto alla migrazione al cloud attraverso la creazione di un’infrastruttura nazionale, l’implementazione dei servizi digitali per i cittadini, nonché il potenziamento del Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica del Paese – dall’altro “la vera sfida in questo processo è quella di mantenere l’uomo saldamente al controllo dei sistemi tecnologici, di padroneggiarli senza farsene condizionare o, peggio, travolgere, comprendendone le potenzialità e soppesando le vulnerabilità e criticità che derivano dalla loro adozione in forma estesa”.
Gli impatti sui Servizi segreti
Le tecnologie di frontiera non potranno non influenzare le attività degli Organismi di intelligence. “I nuovi metodi digitali consentiranno, fra l’altro, di analizzare efficacemente i dati e di ampliare considerevolmente il bacino informativo a disposizione degli operatori: affiancando, ma certamente non rimpiazzando, le tradizionali tecniche di raccolta informativa”
Allo scopo di far fronte alle crescenti minacce e di cogliere le opportunità promesse dalle nuove tecnologie, “l’Intelligence è impegnata a promuovere un incessante processo di innovazione al suo interno e al contempo a svolgere, sul piano del concorso informativo e dell’analisi, una sistematica azione di prevenzione e contrasto della minaccia, anticipando i rischi derivanti dallo sviluppo e dall’impiego delle forme più avanzate della trasformazione digitale”.