“Bisogna fare di più. Accelerando su nuovi progetti e soprattutto rafforzando le attività imprenditoriali”: è un appello all’operatività quello che l’Ambasciatore di Israele in Italia Ofer Sachs ha lanciato dal palco dell’edizione 2018 del Cybertech Europe in occasione dell’incontro “Israel Cyber Security Ecosystem. The Israeli approach on the cyber risk mitigation and data protection” che ha visto in campo anche Yaara Sabzerou, capo dell’unità Cyber Security dell’Israel Export Institute, e le tre startup israeliane Be Strategic Solutions, Silverfort e Pcysys volate a Roma per presentarsi al grande pubblico presente alla kermesse ospitata presso il convention center “La Nuvola”.
“Negli ultimi anni Israele e Italia hanno intensificato la cooperazione nella protezione dagli attacchi cyber e nella difesa dei dati sensibili con l’obiettivo di creare forti relazioni bilaterali sia al livello governativo che industriale”, ha ricordato l’Ambasciatore evidenziando però alcune criticità. “Stiamo procedendo troppo lentamente. Sicuramente ci sono ottimi risultati sul fronte delle attività accademiche e di ricerca, ma è necessario spingere il business. Il punto non è “I sell you buy”, non è questa la chiave. Il punto è rafforzare le attività in nome dello sviluppo di soluzioni che consentano di rafforzare la difesa e contribuire allo sviluppo economico”. Secondo Ofer Sachs ci sono alcuni settori che più degli altri in Italia si stanno dando da fare e che “auspichiamo possano dare una spinta anche all’avvio di ulteriori iniziative”: si tratta di fintech, assicurazioni e difesa. “In questi ambiti si sta lavorando molto”, ha evidenziato Sachs “ma i numeri sono ancora ‘giovani’”.
L’Ambasciatore ha inoltre ricordato gli ampi potenziali legati al mercato della cybersecurity: “In Israele il giro d’affari nel 2017 ha toccato gli 1,4 miliardi di dollari. Ma si tratta di una cifra che riguarda i fatturati e i ricavi diretti e che dunque non considera l’indotto. Stiamo parlando dunque di cifre davvero importanti, in grado di contribuire notevolmente all’economia di un Paese oltre che a rafforzarne la difesa. Anche per l’Italia dunque il potenziale è notevole”. L’Ambasciatore ritiene inoltre che “non si può più ragionare in termini geografici quando si parla di cybersecurity. Il cyberworld per sua natura non ha confini e se è vero che ci sono Paesi più nel mirino degli hacker – come Usa e Israele – anche per questioni politiche e geopolitiche, è anche vero che la questione riguarda tutti senza eccezioni. Per questo la collaborazione a livello internazionale – ha concluso Sachs – diventa ancor più importante”.