“Esercitazioni internazionali in campo cibernetico come la Locked Shields in corso per l’Italia al Comando per le Operazioni in rete della Difesa sono occasioni uniche perché consentono di testare le capacità e la vulnerabilità delle proprie tecnologie”. Lo afferma in un comunicato Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa, che in queste ore ha seguito dal vivo l’esercitazione Nato. “Stiamo lavorando – sottolinea – per adeguare nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi il nostro sistema di difesa cibernetico alle mutate e sempre nuove esigenze nazionali e soprattutto internazionali. È dunque importante coinvolgere in queste iniziative il mondo civile coniugandolo con quello militare e dell’intelligence“.
L’esercitazione Locked Shields, che proseguirà fino a veenrdì 22 aprile, è la più grande e complessa attività di esercitazione al mondo nel campo della cyber defence organizzata dal centro di eccellenza della Nato con sede a Tallinn (Estonia) che conta sulla partecipazione di oltre 2mila rappresentanti di 33 nazioni. Per la prima volta – si legge nella nota – sono stati impiegati sistemi di comunicazione a banda 5G e coinvolti i servizi bancari sempre più interessati alla sicurezza cibernetica. Lo scenario riproduce una situazione reale: la missione consiste nel difendere un’infrastruttura complessa vittima di attacchi cyber.
“Le capacità che la Difesa sta dimostrando sul campo coordinando oltre cento uomini in un’esercitazione di altissimo livello al mondo costituisce la migliore assicurazione per il Paese di saper rispondere con efficienza alla minaccia cibernetica. Su questa strada – conclude Mulè – bisogna continuare riconoscendo alla Difesa questo straordinario e unico know-how maturato in ambito internazionale nel quadro delle attività della neonata Agenzia per la cybersicurezza nazionale“.