“Vorrei lanciare una proposta che guardi in maniera virtuosa a quella partnership pubblico-privato che vogliamo valorizzare: ipotizzare sgravi fiscali per le imprese che investono e producono nel settore della sicurezza informatica può essere una leva non solo economica ma di sicurezza, che permetta all’Italia di guardare al domani senza timore”. A parlare è Giorgio Mulé, sottosegretario di Stato alla Difesa, che questa mattina è intervenuto ai lavori della dodicesima conferenza nazionale sulla Cyber Warfare. “Il ransomware deve terrorizzare la politica e le istituzioni: per me è come il pizzo mafioso – prosegue Mulé – Per questo dobbiamo creare ora e adesso un nucleo operativo che sappia intervenire e risalire ai criminali. Non solo, dobbiamo avere la consapevolezza che non bisogna pagare questi estortori. Una consapevolezza che non è solo sulla minaccia che ci troviamo da affrontare ma anche sulla formazione, sull’innovazione tecnologica, sulle competenze che rendono il nostro Sistema Paese sicuro”.
Un passaggio dell’intervento del sottosegretario è poi dedicato alla strategia delineata dal presidente del consiglio sulla cybersecurity: “Le parole del presidente Draghi in vista del prossimo Consiglio Europeo tracciano una strada chiara avendo oramai maturato che la minaccia che incombe è reale sia in ambito Nato che nazionale. Diventa sempre più necessario e urgente mettere a sistema non solo capacità difensive ma anche di deterrenza – sottolinea Mulé – affinché istituzioni pubbliche, imprese e asset strategici nazionali siano capaci di difendersi da minacce sempre più aggressive e pericolose per la sicurezza nazionale”.
Poi un passaggio sulle possibili decisioni da prendere in ambito europeo: “Dobbiamo anche avere l’ambizione – aggiunge il sottosegretario – di uniformare le legislazioni dei paesi europei per intervenire insieme, come soggetto unico, in caso di attacchi cyber. Il governo in questo senso sta facendo molto per affrontare tale sfida ma dobbiamo avere chiaro in mente che ‘il nemico’ vuole che ci sia divisione e autoreferenzialità”.
“Per questo – conclude Mulé – dobbiamo andare nella direzione intrapresa e richiamata dal presidente Mario Draghi di avvicinarci a un’autentica difesa europea e favorire la costruzione di una cultura strategica comune”.