L'AUDIZIONE

Cybersecurity, Pisano: “Assorbiamo competenze Agid”

La ministra per l’Innovazione annuncia che alcuni compiti dell’Agenzia passeranno al neonato Dipartimento per la Trasformazione digitale: “Diventerà una struttura altamente tecnica”

Pubblicato il 10 Ott 2019

paola pisano

“Riteniamo utile ridefinire alcune competenze dell’Agid in materia, redistribuendole sul nascente Dipartimento per la Trasformazione digitale, anche in funzione della caratteristica di struttura altamente tecnica che si intende dare a quest’ultimo”. A dirlo è stata la ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, in audizione nelle commissioni Affari costituzionali e Trasporti sul decreto perimetro cibernetico. La ministra ha quindi precisato che il nuovo diparimento assorbe “le competenze di Agid e quindi ci avvaliremo anche del suo personale tecnico. Ad oggi stiamo facendo un assessment, che si concluderà il 30 ottobre, per capire quali sono le criticità e le competenze che ha sviluppato l’ente”.

“Il nascente Dipartimento della Trasformazione digitale si preoccuperà di adempiere con la massima cura e attenzione ai compiti che la normativa ci affida – ha continuanto la ministra – In particolare: continueremo a sviluppare la consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza delle informazioni nelle amministrazioni, condividendo buone pratiche ed elaborando le necessarie misure si sicurezza da adottare in ambito pubblico; raccoglieremo le informazioni relative alle reti e ai sistemi informativi delle amministrazioni al fine di informare il dipartimento sulla sicurezza sulle infrastrutture digitali che sono esposte a rischio”.

E ancora, ha continuato Pisano: “Adotteremo strumenti tecnologici innovativi per raccogliere e gestire le notifiche di incidenti aventi impatto sulle reti, sistemi e servizi informatici dei soggetti pubblici; incoraggeremo la diffusione delle pratiche di valutazione e trattamento del rischio; lavoreremo congiuntamente al Centro di valutazione e certificazione del Mise e al Centro di valutazione del ministero della Difesa per intervenire nel caso di mancata collaborazione dei fornitori di tecnologie alle attività di test previste dalla normativa in relazione alle forniture e servizi di prodotti Ict destinati a soggetti pubblici all’interno del Perimetro nazionale; collaboreremo nelle attività ispettive, di verifica e adozione di eventuali conseguenti prescrizioni mettendo in campo tutte le risorse e le molteplici competenze di cui disponiamo”.

Cosa prevede il decreto sul perimetro cibernetico

Il decreto recante disposizioni urgenti in materia di perimetro di sicurezza nazionale cibernetica è stato licenizato dal Cdm del 18 settembre Sarà la Presidenza del Consiglio e non più l’Agenzia per l’Italia digitale (come nella prima versione che era un ddl) ad occuparsi di svolgere le attività di ispezione e verifica del rispetto dell’adozione delle norme a tutela della sicurezza da parte dei soggetti pubblici, mentre resta al Mise la responsabilità per i soggetti privati.

Il decreto, “considerata la straordinaria necessità ed urgenza” – si legge nel documento – sostituisce il precedente disegno di legge. E fra le maggiori novità c’è il passaggio delle competenze di verifica e controllo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, nel ddl affidate all’Agid. Se è vero che non si fa esplicito riferimento al neo-costituito Dipartimento per la Trasformazione digitale, la cui squadra è tutta da fare, Pisano ha oggi confermato che funzioni convergeranno nella nuova struttura. La Presidenza del Consiglio potrà però avvalersi, è scritto nero su bianco nel nuovo provvedimento, dell’Agenzia per l’Italia digitale. Nessun cambiamento numerico in merito alle assunzioni: 57 le risorse assumibili a tempo indeterminato in seno al Mise, mentre le 10 previste per Agid passano alla Presidenza del Consiglio.

Il Centro di valutazione e certificazione nazionale (Cvcn) istituito presso il Mise può entro 30 giorni imporre condizioni e test di hardware e software.

È fissata a quattro mesi la deadline per individuare le amministrazioni pubbliche, gli enti e gli operatori pubblici e privati che devono entrare a far parte del cosiddetto perimetro cibernetico, a garanzia della sicurezza di reti e servizi considerati “strategici”. Aggiornamento annuale dell’elenco delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici. Dieci mesi di tempo per definire le procedure secondo cui i soggetti che fanno capo al perimetro notificano gli incidenti che hanno impatto su reti, sistemi e servizi.

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