“Oggi si parla molto di Cybersecurity, ma si fa ancora molto poco. Non è chiaro il fatto che non parliamo di una minaccia virtuale, ma di cose fisiche, reali, come sono reali cavi sottomarini che consentono il trasferimento dei dati da un continente all’altro. Di fronte a quello che sta avvenendo in Cina e negli Stati Uniti e in Cina, l’Europa è indietro, e deve velocemente recuperare terreno. Il governo Italiano è sensibile a questi temi, e penso che sia necessario un grande sforzo educativo, oltre che tecnologico, partendo dalle scuole primarie, per formare nei cittadini del futuro tutte le competenze necessarie per affrontare i nuovi scenari. Siamo a un basso livello di alfabetizzazione digitale, e in questo senso si dovrebbe ristrutturare il modello scolastico partendo dalle scuole materne”.
Lo ha detto Angelo Tofalo, sottosegretario alla Difesa, intervenendo questa mattina a Cybertech Eruope 2018, la conferenza dedicata alle ultime innovazioni nel settore della cybersecurity, alle esigenze del mercato e alle strategie di cooperazione transnazionale per combattere il cybercrime, co-organizzata da Leonardo al centro congressi la Nuvola di Roma.
Tofalo insiste poi sul ruolo che l’Italia può avere in seno all’Europa per spingere sulla crescita nel campo della sicurezza informatica, creando anche nuove opportunità di business per le imprese del settore: “In Italia è nato da poco il Cioc – sottolinea Tofalo – il comando interforze per le operazioni cibernetiche, e ci stanno sviluppando le Coc, le cellule operative cibernetiche. Ma abbiamo ben presente l’obiettivo di costituire una forza armata cibernetica anche in Italia, fondamentale per stare al passo con i tempi. Si tratterà di proteggere le infrastrutture e le reti della difesa, ma dovrà essere anche in grado di colpire”.
Il Governo Conte, assicura il sottogretario, è particolarmente sensibile ai temi della cybersecurity: “Nel programma abbiamo introdotto una forte attenzione al mondo cyber, con l’intenzione di produrre un carro armato, una nave o un aereo in meno, ma potenziare il settore cibernetico. Mi auguro in questo campo che si riesca a stabilire una forte partnership con il mondo privato, per evitare che quando tutto sarà digitalizzato anche un attacco banale possa in pochi giorni crede scenari da disaster movie. Il problema è reale e concreto, man mano che andiamo verso l’Internet of things e l’internet of everything”.
“Siamo chiamati a dare una risposta in termini di sistema-Paese – aggiunge Tofalo – e in Italia c’è ancora molto da lavorare. Una possibilità sarà quella di sfruttare il fondo europeo per la difesa, che nelle intenzioni della Commissione Ue dovrà essere orientato principalmente all’aspetto cyber. Ogni stato dovrà investire sulla formazione. Spingere sulle nuove tecnologie vuol dire a livello europeo creare le basi per una forte industria della difesa: quello che non siamo riusciti con la moneta unica lo possiamo raggiungere con un’industria della difesa europea che può recuperare il terreno rispetto agli altri player globali”.
Quanto agli impegni del Governo, “Questo esecutivo è molto sensibile – conclude Tofalo – i soldi ci sono, sarà chiaro già dalla legge di bilancio. Ma c’è bisogno che le aziende importanti si pongano come capofila in questo percorso, perché il Governo è pronto ad accogliee le loro proposte.