Cyberwar, più spazio ai militari Usa per effettuare offensive informatiche contro gli avversari. Il presidente americano, Donald Trump, ha deciso di mettere mano per l’ennesima volta all’eredità del suo predecessore, Barack Obama. Il 45esimo Commander in chief ha firmato ieri un ordine ribaltanto regole che indicano come e quando il governo Usa può ricorrere a cyber-armi contro stranieri.
Con le nuove regole il segretario della Difesa ha un margine di manovra più ampio per utilizzare tecnologie in grado di distruggere o degradare la rete di un avversario o soffocare gli attacchi in corso, allentando le regole stabilite dal memorandum sottoscritto da Obama nel 2012 – il Presidential Policy Directive 20 – che stabiliva un iter complesso che chiamava in causa varie agenzie Usa e che doveva essere seguito prima che il governo potesse compiere un cyberattacco.
Per quanto top secret, il contenuto del memorandum era diventato pubblico nel 2013 grazie alle rivelazioni della ‘talpa’ Edward Snowden. Non è chiaro in che modo Trump abbia ammorbidito le regole previste da Obama, spesso criticate perché viste come un freno ad operazioni importanti perché coinvolgevano troppe agenzie federali. Resta comunque incertezza su quali cyber-attività sono consentite.