Il 2020 ha registrato nel 2020 un calo complessivo dei reati del 15,7% rispetto all’anno precedente, con un indicatore in netta controtendenza, quello dei reati informatici, che sono aumentati del 14,8%. A evidenziarlo durante un’audizione di fronte alla commissione Affari Costituzionali della Camera è Lamberto Giannini, Capo della Polizia, che ha dedicato un intero capitolo de suo intervento al contrasto al crimine online e alla protezione cibernetica. “La diffusione della pandemia ha ampliato le opportunità per i sodalizi criminali di effettuare attacchi, i cui bersagli non sono solo i soggetti del circuito finanziario e del settore dei servizi pubblici essenziali, ma anche le strutture del sistema sanitario – afferma Giannini – Peraltro, l’analisi degli episodi mette in luce come gli autori degli attacchi siano dotati di un notevole expertise tecnico e siano caratterizzati da un profilo criminale prevalentemente improntato al conseguimento di profitti illeciti, piuttosto che a quello ispirato a condotte ideologicamente orientate”.
Quanto alle possibili contromisure Giannini mette in primo piano “lo svolgimento di campagne di educazione al corretto uso dello strumento informatico e dei social media”, sviluppate dalla Polizia Postale “attraverso incontri con studenti, genitori e insegnanti”. “Tali campagne – aggiunge – rappresentano oggi uno dei più efficaci strumenti per creare e diffondere gli “anticorpi” contro un uso distorto dei social media e dello strumento informatico”.
Secondo i dati del Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni citati dal Capo della Polizia il 2020 ha fatto segnalare, rispetto al 2019, una forte crescita degli attacchi rilevati, passati da 147 a 509. “Si va dagli attacchi ai danni di strutture sanitarie impegnate nella cura di pazienti Covid, preordinati ad ottenere un riscatto in cambio di un presunto ripristino dell’operatività dei dati sanitari resi temporaneamente inutilizzabili – spiega Giannini – ai tentativi di acquisire indebitamente informazioni riservate sullo stato della pandemia e sulla messa a punto di vaccini e terapie. Quanto alle frodi, le tecniche più utilizzate non si limitano al ‘tradizionale’ phishing, ma evidenziano il ricorso a metodologie più subdole che puntano al procacciamento illecito dei codici e delle password di accesso o al tentativo di sostituirsi ad una figura manageriale di un’impresa a scopi truffaldini. Nel 2020, i Ceo fraud registrati sono stati 64, a fronte dei 39 del 2019”.
Spesso, aggiunge Giannini, i criminali informatici si servono delle criptovalute per i trasferimenti dei proventi delle loro estorsioni, sfruttando sistemi e asset che mirano a garantire l’anonimato delle transazioni. “Si tratta di un fenomeno che viene attentamente monitorato dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni – sottolinea – anche in considerazione del rischio che questi modi operandi possano essere mutuati dalla criminalità di stampo mafioso per occultare la ricchezza illecita”. Proprio l’attività della Polizia Postale ha portato, ricorda Giannini, a 105 indagati per reati informatici nel 2020 contro i 59 del 2019, con un aumento del 78%. “Una tendenza che è proseguita anche nel primo trimestre di quest’anno – aggiunge – durante il quale sono stati individuati e indagati 17 soggetti, rispetto ai 3 del corrispondente periodo del 2020”.
Quanto alle frodi online, grazie all’attività della Polizia Postale sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria 576 soggetti nel 2020 (+ 16,36% rispetto al 2019) e altri 215 nel primo trimestre di quest’anno (+83,8% rispetto al corrispondente periodo del 2020), per un recupero di oltre 20 milioni di euro. “Anche alla luce di questi risultati, può essere letto il dato che documenta come l’entità del denaro “movimentato” dalle frodi informatiche abbia fatto registrare, nei primi tre mesi di quest’anno, una diminuzione del 74,2% in rapporto allo stesso periodo del 2020, durante il quale questi valori avevano conosciuto un significativo picco”.
Tra i reati informatici che sono aumentati di più nel corso del 2020 Giannini cita quelli contro i minori, con la pedopornografia che ha segnato un +132% mentre adescamenti e le truffe on line, estorsioni a sfondo sessuale e cyberbullismo ai danni di ragazzi sono aumentati in un anno del 77%. “Pure su questo versante la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha sviluppato un’intensa azione di contrasto che fa leva anche sul pattugliamento virtuale della rete e sull’approfondimento delle segnalazioni formulate dai cittadini attraverso i diversi canali, tra cui il ‘Commissariato di p.s. on line’”, che ha raccolto nel 2020 56.532 segnalazioni da cui sono scaturite 11.991 denunce per diversi reati.
Sulla Polizia Postale Giannini aggiunge che “è una delle strutture che ha subito maggiori trasformazioni. Adesso è protagonista della cybersecurity e di tutta una serie di odiosi reati che sono sul web e che sono aumentati. E’ stato deciso quindi di creare una direzione, un polo tecnologico, con altissime professionalità, dove vengono unite la polizia postale e quella scientifica. Un polo specialistico che sarà destinato a sostenere anche le attività della polizia di Stato per quanto riguarda le indagini investigative di particolare complessità”.
Durante il suo intervento Giannini sottolinea come “lo schema disegnato dal decreto del 6 febbraio 2020 conoscerà un’importante integrazione non appena sarà completato l’iter, già in corso, del regolamento destinato a dare attuazione all’art. 240 del decreto-legge n. 34 del 2020, che prevede l’istituzione in seno al Dipartimento di una nuova Direzione Centrale, competente in materia di prevenzione e tutela informatica e cibernetica. Il progetto messo a punto configura questa Articolazione come il “polo” unico di riferimento della Polizia di Stato delle attività, anche forensi, a contenuto scientifico e tecnologico, rafforzando, tra l’altro, la capacità di operare per la tutela del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, istituito dal decreto-legge n. 105 del 2019”.