Un archivio da 800mila dati ottenuti introducendosi illecitamente all’interno di una serie di banche dati nazionali, anche su commissione. A fare luce su una rete articolata di professionisti dello “spionaggio digitale” è la procura di Milano, che ha indagato 60 persone tra hacker, consulenti informatici, agenzie private di intelligence ed esponenti delle forze dell’ordine. Quello che si è aperto di fronte agli inquirenti, stando alle parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Giovanni Melillo, che ha partecipato alla conferenza stampa del Procuratore generale di Milano, Marcello Viola, è “un gigantesco mercato delle informazioni riservate”. L’inchiesta della Procura di Milano arriva a pochi giorni di distanza dal caso di presunta corruzione che ha riguardato i vertici di Sogei, società controllata dal Mef, che a catena ha impattato anche su Tim ed Ntt Data, aziende non coinvolte direttamente ma nel filone di indagine su due dipendenti.
LE INCHIESTE
Da Sogei alle banche dati di Stato: la tangentopoli informatica fra appalti truccati e dossieraggio
A pochi giorni dagli arresti per corruzione sugli appalti in cui sono coinvolti manager della società controllata del ministero dell’Economia e che a catena ha impattato anche su Tim e Ntt Data, scoppia un caso ancor più grave: accessi abusivi a 800mila dati riservati che potrebbero essere stati venduti anche all’estero. Butti: “Istituire l’Agenzia del dato”

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