I criminali informatici non risparmiano la scuola. A evidenziarlo sono i dati pubblicati da Kaspersky sugli attacchi Denial of Service (DoS) sferrati dall’inizio del 2019, quelli attraverso i quali i cybercriminali tentano di sovraccaricare il server di rete di richieste fino mandarli in crash, causando notevoli disagi agli utenti, tra i quali l’impossibilità ad accedere al servizio.
Mentre gli attacchi DoS coinvolgono un solo computer d’attacco, spiega Kaspersky, le minacce DDoS (Distributed Denial of Service Denial of Service) sfruttano una “botnet“, ovvero una serie di computer infetti in grado di svolgere dei compiti simultaneamente. Gli attacchi Ddos sono particolarmente problematici perché possono avere una durata che va da un paio di giorni a qualche settimana, sottolinea la società specializzata in sicurezza informatica – causando l’interruzione dell’attività e, nel caso delle risorse didattiche, negando l’accesso agli studenti e al personale a contenuti importanti.
Il mondo della scuola è finito nel mirino degli hacker dall’inizio dell’anno anche a causa dell’emergenza Coronavirus, e quindi del fatto che in conseguenza del lockdown da marzo – con la chiusura di tutte le scuole – l’unica modalità di proseguire con la formazione è stata quella online. Questo ha causato una crescita rilevante del numero di persone connesse a Internet, rendendo la rete un bersaglio preferenziale per gli attacchi informatici.
A livello globale, secondo le rilevazioni di Kaspersky, il numero totale di attacchi Ddos è aumentato dell’80% nel primo trimestre del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli attacchi alle risorse dedicate alla didattica hanno rappresentato una parte importante di questa crescita: Tra gennaio e giugno 2020 il loro numero è infatti aumentato di almeno il 350% rispetto agli stessi mesi del 2019.
Gli attacchi Ddos, però, sottolinea Kaspersky, non sono state le uniche minacce informatiche affrontate da educatori e studenti durante la scorsa primavera. Da gennaio a giugno 2020, 168.550 utenti unici di Kaspersky si sono scontati con un numero crescente di minacce di vario tipo diffuse attraverso “finte” piattaforme di apprendimento online e applicazioni di videoconferenza che si si nascondevano dietro a nomi noti come Moodle, Zoom, edX, Coursera, Google Meet, Google Classroom e Blackboard. Inoltre, gli educatori hanno incontrato un numero crescente di pagine di phishing e di e-mail che sfruttando queste stesse piattaforme, li inducevano a fare il download di varie minacce.
“La scorsa primavera l’apprendimento a distanza è diventato una necessità per milioni di studenti e molte organizzazioni scolastiche sono state costrette a gestire questa transizione con poca o nessuna preparazione. Il conseguente aumento della popolarità delle risorse educative online, unito a questa mancanza di preparazione, ha reso il settore dell’istruzione un bersaglio ideale per gli attacchi informatici – afferma Alexander Gutnikov, esperto di sicurezza di Kaspersky – Tenuto conto che nei prossimi mesi molte scuole e università continueranno a tenere alcune lezioni online è fondamentale che queste organizzazioni prendano provvedimenti per rendere sicuri gli ambienti di apprendimento digitali”.