“Nel corso del 2022, le autorità italiane hanno progressivamente rafforzato le attività di monitoraggio e vigilanza delle infrastrutture sottomarine nelle proprie acque territoriali. L’obiettivo è quello di impedire e prevenire eventuali azioni di sabotaggio, non solo contro le infrastrutture del settore energetico che hanno origine nel Nord Africa, ma anche contro i cavi sottomarini delle telecomunicazioni“. Lo afferma il Rapporto Italia 2023 di Eurispes (SCARICA QUI IL DOCUMENTO DI SINTESI COMPLETO).
“Il rischio concreto di sabotaggi e danneggiamenti ai cavi marittimi delle telecomunicazioni ha comportato un innalzamento del livello di sorveglianza di alcune aree specifiche delle acque italiane, come il canale di Sicilia”, spiega il rapporto, che aggiunge: “Ad oggi si evidenzia una scarsa varietà degli approdi dei cavi sottomarini che giungono o hanno origine in Italia. Questi cavi, in totale 25, sono localizzati in sole undici località a livello nazionale. Il 60% di queste infrastrutture atterra in sole tre città: Mazara del Vallo, Catania e Bari. La scarsa diversificazione degli approdi italiani rappresenta, potenzialmente, una criticità per la sicurezza e la continuità delle connessioni fornite”.
Triplice minaccia sulle infrastrutture italiane
Di conseguenza, “le infrastrutture italiane sono esposte almeno ad una triplice minaccia. La prima è quella di danneggiamenti fortuiti dovuti ad alcune tecniche di pesca. La seconda è quella di sabotaggi compiuti a terra nei punti di attracco dei cavi. Una terza minaccia sono gli attacchi cibernetici alle infrastrutture informatiche dei paesi coinvolti nel conflitto ibrido con Mosca”.
La “variegata” mappatura dei cavi sottomarini italiani
“La mappatura dei cavi sottomarini italiani è varia ed include cavi di rilevanza globale, regionale e infrastrutture strettamente locali. Seguendo l’andamento delle coste italiane si incontrano molteplici di queste infrastrutture, alcune delle quali hanno origine (o termine) in Italia, altre per cui, invece, il territorio italiano è un punto di transito”, sottolinea il report.
“Nel Nord- Est del Paese è presente il cavo Italia-Croazia, il cui progetto risale al 1994. Lungo la costa adriatica un altro centro nevralgico è quello della città di Bari dove atterranno molteplici diramazioni. Procedendo verso Sud, un’infrastruttura delle telecomunicazioni collega le città di Aethos (Grecia) e Otranto. Sulla costa tirrenica è presente un cavo i cui capi sono entrambi sul suolo italiano: è il Janna, che si dipana da Civitavecchia ad Olbia, per poi proseguire via terra in Sardegna fino a Cagliari e nuovamente via mare fino a Mazara del Vallo. Altri due hub logistici fondamentali per il network delle telecomunicazioni italiane sono quelli di Genova e Savona“.
In Sicilia il centro della connettività del Paese
Ma “il centro della connettività del Paese con i network regionali e globali è individuabile lungo le coste della regione Sicilia ed in particolare nelle città di Palermo, Trapani, Mazara del Vallo, Marina di Ragusa, Pozzallo e Catania. Ad oggi, Palermo è interconnessa a due infrastrutture di scala globale”.
L’Italia quindi è ampiamente inserita nella rete di collegamenti tramite cavi sottomarini a livello regionale (europeo e mediterraneo) e globale, con reti che interconnettono l’Italia a singoli paesi prossimi alla Penisola (Malta, Libia, Tunisia, Grecia, Albania) ed a paesi di altri contenti.