Si chiama Helpful content, e come suggerisce il nome potrebbe aiutare chi naviga sul web ad imbattersi in contenuti autentici, individuando e penalizzando siti che producono fake news, notizie imprecise, aggregatori di contenuti fuorvianti a cui l’utente viene indirizzato mediante pratiche come il clickbait, cioè attirare click degli utenti – e quindi introiti pubblicitari – con titoli sensazionalistici e fuorvianti, che non riflettono poi il contenuto della pagina. Sono queste le principali funzioni dell’importante novità lanciata da Google, il colosso di Mountain View, disponibile già per gli utenti che navigano in lingua inglese, e nelle prossime settimane nelle altre. Un aggiornamento che promette di avere un impatto notevole sull’utilizzo del motore di ricerca.
Che cos’è Helpful content
“Molti di noi hanno sperimentato la frustrazione di visitare una pagina web che sembra avere quello che stiamo cercando, ma non è all’altezza delle nostre aspettative”, ha scritto Google in un post sul proprio sito web. “Lavoriamo sodo per assicurarci che le pagine che mostriamo su Ricerca siano il più utili e pertinenti possibile. Per fare ciò, perfezioniamo costantemente i nostri sistemi: l’anno scorso, abbiamo lanciato migliaia di aggiornamenti per la ricerca basati su centinaia di migliaia di test di qualità, comprese le valutazioni in cui raccogliamo feedback da revisori umani”.
Helpful content prende di mira e cerca di penalizzare contenuti “che sembrano generati col proposito di ben posizionarsi nei motori di ricerca o rispondere ai criteri Seo, più che di informare le persone o aiutarle”. L’obiettivo dell’aggiornamento dell’algoritmo è in generale quello di promuovere contenuti di qualità, autentici, non generati automaticamente ma “creati dalle persone, per le persone”, spiega Google.
Chi verrà preso di mira e chi verrà premiato
Secondo Mountain View, da Helpful content verranno influenzati soprattutto contenuti educativi, legati all’arte e all’intrattenimento, alla tecnologia e allo shopping online, poiché storicamente si tratta di settori in cui i contenuti vengono concepiti più per i motori di ricerca che per gli umani. “Se cercate informazioni su un nuovo film, potreste aver già incontrato in precedenza articoli che aggregano recensioni di altri siti, senza aggiungere nuove prospettive. Non è un meccanismo di grande aiuto, se sperate di leggere qualcosa di nuovo sul tema. Con questo aggiornamento, invece, sarete in grado di visualizzare più risultati con informazioni inedite, quindi le possibilità di leggere qualcosa che non avete mai letto aumentano”, spiega a SearchEngineLand un rappresentante di Google.
Linee guida per orientarsi col nuovo algoritmo
Oltre a rilasciare l’aggiornamento, Google ha anche pubblicato delle linee guida – con le domande da porsi per fare in modo di generare contenuti autentici – per aiutare i gestori dei siti web ad orientarsi quando questa novità sarà entrata pienamente a regime. Queste novità arrivano dopo che lo scorso maggio Google aveva lanciato ‘MuM’, acronimo di ‘Multitask Unified Model‘, un modello che consente al sistema di intelligenza artificiale – che decide come posizionare i risultati di ricerca – di intrecciare la parte di testo in grassetto che compare nelle brevi descrizioni dei link, con parti del contenuto vero e proprio del sito.
Tutto ciò per verificare ex ante se un portale rispecchia davvero ciò che promette nell’anteprima, o se è stato realizzato solo per accumulare clic. E arriva anche dopo che Google ha firmato, a fine giugno, insieme ad altri big della tecnologia, un Codice di Condotta della Commissione europea contro la disinformazione in rete. Tra gli impegni previsti ci sono, tra l’altro, interventi per fermare comportamenti manipolativi come account falsi, bot o la diffusione di disinformazione e maggior fact-checking.