“Siamo ancora vulnerabili”. E’ l’allarme lanciato da Adolfo Urso, presidente del Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, in merito alla sicurezza cibernetica in rapporto al conflitto in corso tra Russia e Ucraina: la cybersecurity, ha detto Urso, è la nuova frontiera, “ma l’Italia non è sicura da questo punto di vista. Le criticità per il Paese sono soprattutto due: la guerra cibernetica e la sicurezza energetica””.
Parlando in un intervento online durante il “Focus Ucraina. Analisi e conseguenze”, promosso dal gruppo di Fratelli d’Italia in Senato il presidente del Copasir ha fatto il punto su cosa c’è ancora da fare per rendere il Paese più resiliente ai cyber attacchi: “Il Paese non è sicuro non solo perché è emersa la questione dell’antivirus russo, problema significativo su cui si lavora per neutralizzare le criticità, ma anche perché la Russia è diventata la potenza più forte al mondo nella guerra cibernetica, che sa usare sia sotto forma di attacchi hacker in grado di paralizzare ospedali, centrali elettriche e tutta una serie di infrastrutture critiche, sia attraverso la disinformazione via Internet. Mettere in sicurezza il Paese richiede ancora molto lavoro: bisogna accelerare la costruzione delle attività dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, implementare il perimetro nazionale di sicurezza cibernetica, realizzare il più in fretta possibile il cloud nazionale della Pa, completare la rete unica a banda larga a controllo pubblico”.
“L’altro aspetto critico – conclude Urso – è la sicurezza energetica nazionale. Nella nostra relazione inviata al Parlamento indicavamo le soluzioni che ora si stanno attuando: raddoppio della quota nazionale, sblocco dei grandi parchi solari, apertura alla fusione nucleare, necessità di affrancarci dalla dipendenza estera diversificando le fonti”.
Parlando con DigitEconomy24 ursoha poi sottolineato come il Copasir stia preparando una serie di proposte che mirano a migliorare l’assetto normativo e fronteggiare al meglio gli scenari degli attacchi informatici, anche sulla scia delle indicazioni del direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, che ha sottolineato come l’attacco cibernetico su ampia scalal non vada perseguito come truffa ma come atto terroristico.