IL DEFENCE ACT

Il nuovo bando Usa: tech company cinesi fuori dal governo. Huawei: “Incostituzionale”

Trump firma il Defence Authorization Act: 716 miliardi di dollari per rafforzare la difesa e la sicurezza. Le aziende cinesi non potranno più operare con le agenzie governative. Stanziati fondi per consentire la sostituzione degli apparati in uso. Ma la Cina non starà a guardare

Pubblicato il 14 Ago 2018

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Le agenzie governative americane non potranno più utilizzare tecnologia made in China. E’ quanto stabilito nell’ambito del Defence Authorization Act firmato dal presidente Usa Donald Trump, il maxi-prorgramma da 716 miliardi di dollari voluto per rafforzare la difesa e la sicurezza americane.

Il governo di fatto non potrà acquistare dalle aziende cinesi componenti hardware e strumentazioni considerate “essenziali” o “critiche” – fra questi i sistemi di videosorveglianza – ossia che abbiano a che fare con le infrastrutture strategiche e che anche lontanamente possano mettere a rischio la sicurezza nazionale. Huawei e Zte le aziende più colpite dalle nuove misure ma anche molte agenzie americane non saranno esenti da contraccolpi: non sono poche, infatti, quelle che utilizzano la tecnologia Huawei e Zte e anche se la legge prevede lo stanziamento di fondi per aiutare gli appaltatori a sostituire le strumentazioni bisognerà fare i conti con l’impatto in termini di operatività ed efficienza nonché coi tempi necessari per rimpiazzare i sistemi.

Le nuove misure inoltre vanno a rincarare la dose in uno scenario già delicato: le restrizioni approvate in precedenza avevano già limitato il raggio d’azione delle tech company cinesi, comportando una serie di “aggiustamenti” per non incorrere in sanzioni e adeguarsi alle policy d’oltreoceano. La più colpita è stata senza dubbio Zte che è però riuscita a gestire con successo l’operazione e in pochissimo tempo riorganizzando il management e pagando una sanzione da 1,4 miliardi di dollari. Le misure hanno soddisfatto il governo a stelle e strisce al punto da comportare la rimozione del bando da parte del Dipartimento del Commercio – l’azienda è tornata alla piena operatività dal 13 luglio – e da far ritirare l’emendamento da parte del Senato che mirava a impedire alla società di fare business nel Paese.

Ma certamente la notizia delle nuove misure impatterà e non poco sul business delle aziende cinesi oltreoceano. “Huawei sostiene gli obiettivi del governo degli Stati Uniti per una maggiore sicurezza, ma le nuove misure sono inefficaci, fuorvianti e incostituzionali”, si legge nella nota dell’azienda rilasciata a Reuters. “Non si fa nulla per identificare i reali rischi per la sicurezza o migliorare la sicurezza della supply chain, e servirà solo a soffocare l’innovazione aumentando i costi per i consumatori e le imprese statunitensi”, aggiunge la società.

Il ministero del Commercio cinese sul suo sito Internet ha pubblicato una nota puntualizzando  che effettuerà una “valutazione completa” della Us Defense Bill. L’auspicio è che gli Stati Usa trattino gli investitori cinesi con “oggettività e imparzialità” evitando che la sicurezza nazionale diventi un pretesto per la creazione di ostacoli alla cooperazione tra le aziende dei due Paesi.

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