Il nuovo Fondo per l’innovazione della Nato compie un nuovo passo verso la piena istituzione con la nomina dei primi tre membri del Consiglio di amministrazione. Si tratta di Klaus Hommels, fondatore e presidente della società di venture capital Lakestar e che sarà presidente del board del Fondo per l’innovazione della Nato, Fiona Murray, Preside associato per l’Innovazione e l’inclusione presso il Massachusetts institute of technology (Mit) School of Management, e Roberto Cingolani, ex ministro italiano per la Transizione ecologica e fondatore dell’Istituto italiano di tecnologia.
Il Fondo per l’innovazione della Nato, il primo fondo di capitale di rischio multisovrano al mondo, è stato lanciato da 22 alleati al vertice di Madrid del 2022. La piena istituzione è prevista entro il vertice Nato di Vilnius del luglio 2023. L’obiettivo è investire 1 miliardo di euro in start-up e fondi del deep tech.
Focus sulla sovranità digitale e tecnologica
Il Consiglio di amministrazione sarà alla fine composto da nove membri e sosterrà e consiglierà il team di gestione senior del Fondo, che sarà costituito nelle prossime settimane. I Paesi Bassi ospiteranno la sede del ramo di gestione degli investimenti del Fondo ma saranno istituiti altri uffici regionali in tutta l’Alleanza.
David van Weel, assistente segretario generale della Nato per le sfide di sicurezza emergenti, ha commentato le nomine affermando che “segnano un’importante pietra miliare nella creazione di questo fondo storico, che consentirà alla Nato di attingere all’ecosistema dell’innovazione per i benefici della nostra sicurezza e difesa”.
“Con l’aumento dell’importanza della tecnologia in tutte le parti della nostra vita, aumenta anche la necessità di sovranità digitale e tecnologica“, è stato il primo commento di Klaus Hommels come presidente del consiglio di amministrazi0ne del Fondo. “Il Fondo per l’innovazione della Nato è il primo fondo di capitale di rischio multi-sovrano che sosterrà le tecnologie emergenti e guiderà l’innovazione tanto necessaria in aree che toccano gli obiettivi strategici dell’Alleanza“.
Investimenti nelle startup del deep tech
Il Fondo per l’innovazione della Nato è un partenariato finanziario tra gli alleati della Nato partecipanti e una società per la gestione degli investimenti appositamente costituita per questo Fondo. Gli alleati partecipanti hanno precedentemente accettato di domiciliare la partnership in Lussemburgo. I 22 paesi aderenti sono Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Spagna, Turchia e Uk.
Il Fondo investirà 1 miliardo di euro in start-up in fase iniziale che sviluppano tecnologie emergenti e dirompenti e altri fondi di venture capital che sviluppano tecnologie emergenti e dirompenti a duplice uso (deep tech).
“Costruendo un fondo di venture capital multi-sovrano per l’Alleanza, garantiremo che il capitale di rischio – un potente strumento economico nel plasmare le imprese che emergono e prosperano nelle nostre economie – si concentri su una missione essenziale del nostro tempo, vale a dire la difesa e la sicurezza. Più che un semplice fondo, questa è un’opportunità per contribuire alla capacità degli Alleati di mantenere il loro vantaggio strategico nella scienza e nella tecnologia e costruire i loro ecosistemi di innovazione”, ha affermato la neo-nominata consigliera Murray.
“L’istituzione del Fondo per l’innovazione della Nato stimolerà l’esplorazione e lo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza dei paesi della Nato e per il progresso delle nostre società“, ha detto Cingolani.