Negli ultimi 16 mesi sono circolate in Europa oltre 3mila fake news attribuibili alla Russia e diffuse in diciotto lingue. L’attività dell’Unione europea contro le informazioni false o inesatte sta puntando da oltre un anno su una task force ad hoc, East StratCom, che va a caccia di hacker russi e che come riporta Repubblica ha portato a casa i primi risultati con numeri allarmanti.
Ci sono esempi eclatanti, come il presunto referendum pronto per essere indetto in Irlanda all’indomani della Brexit: notizia rilanciata dai principali media inglesi e in grado di condizionare il dibattito pubblico dopo il voto più importante dei cittadini britannici. O ancora la possibilità che una vittoria del sì al referendum nei Paesi Bassi sull’accordo UE-Ucraina avrebbe provocato una serie di attentanti in Olanda.
Molte di queste fake news sono arrivate, secondo gli esperti ingaggiati da Bruxelles, da una vera e propria Troll factory situata a San Pietroburgo. Un palazzo enorme nel cuore di San Pietroburgo piena zeppa di hacker pronti a infestare la Rete e a inondare i social network con contenuti virali. La task force europea è convinta che ci siano questi stessi troll dopo l’hackeraggio del quotidiano belga Le Soir, la cui homepage è stata sostituita con una falsa versione piena di articoli che accusavano Emmanuel Macron, candidato indipendente alle presidenziali francesi, di essere una pedina dell’Arabia Saudita.
A Bruxelles sospettano fortemente che dietro questa attività informatica di diffusione delle fake news ci sia la regia del Cremlino, interessato a minare la credibilità dell’Unione europea e dei suoi leader. Il numero degli esempi di disinformazione non è certo destinato a fermarsi, come dimostra il fatto che l’account Eu Mithbusters, che pubblica gli scoop freschi di giornata, sia in costante aggiornamento.