“Evitate di utilizzare le stazioni di ricarica gratuite negli aeroporti, negli hotel o nei centri commerciali. I malintenzionati hanno scoperto come utilizzare le porte usb pubbliche per introdurre malware e software di monitoraggio nei dispositivi. Portate con voi il caricabatterie e il cavo usb e utilizzate una presa elettrica”: in un tweet l’Fbi di Denver mette in guardia i consumatori e sebbene non ci siano stati casi conclamati di “juice jacking” il monito resta valido per evitare problemi. Peraltro già nel 2021 la stessa allerta era stata lanciata dalla Federal Communication Commission americana: i dispositivi alimentati con cavi usb possono essere oggetto di intrusioni informatiche mirate a installare software malevoli in grado di sottrarre nomi utente e password nonché altri dati “sensibili”.
Che cos’è il juice jacking
Il juice jacking è una tecnica di cyber attacco utilizzata dagli hacker per colpire gli smartphone ma anche tablet e pc portatili sfruttando la porta di ricarica Usb con lo scopo di esfiltrare dati riservati dalla memoria interna o installare malware. Si tratta, dunque, di una minaccia seria soprattutto in ambito lavorativo e di smart working in cui c’è necessità di ricaricare frequentemente i dispositivi utilizzando punti di ricarica pubblici. Clicca qui per approfondire