Visitare l’Allianz Arena, lo stadio del Bayern Munchen che sorge a pochi chilometri da Monaco, e scoprire che oltre alla struttura fisica esiste un suo ‘gemello digitale’, che di fatto la monitora e la gestisce, abilitandone i servizi essenziali ed evoluti, dà una prima impressione delle dimensioni dei progetti in cui si sta cimentando Siemens. È nata infatti dalla partnership con il club bavarese l’implementazione di MindSphere, la piattaforma del colosso tecnologico tedesco dedicata all’IoT, attraverso la quale sotto i profili della sicurezza, della prevenzione degli incendi, della logistica e dei pagamenti cashless lo stadio si trasforma a ogni evento in una smart city da 100 mila utenti. Tutto questo, però, è nulla se si considera che MindSphere sarà anche il cuore (o la mente che dir si voglia) dell’Expo 2020, di scena a Dubai.
CorCom ha potuto toccare con mano diversi dei progetti di innovazione digitale in cui è attualmente impegnata Siemens in occasione dell’Innovation day 2017, evento organizzato a Monaco di Baviera. La due giorni ha visto da una parte la cerimonia di premiazione dei ricercatori che contribuiscono ad ampliare il portafoglio di soluzioni e brevetti alla base dell’offerta del gruppo, dall’altra la conferenza annuale con cui il top management comunica a giornalisti e analisti gli obiettivi e gli investimenti strategici.
La premiazione, una tradizione in vigore dal 1995 (in memoria dello storico direttore della tecnologia e della ricerca Karl-Heinz Beckurts assassinato nel 1989), è ben più di un momento autocelebrativo, in quanto la capacità competitiva di Siemens si basa essenzialmente sul continuo avanzamento tecnologico e metodologico: basti pensare che la società detiene 63 mila brevetti e che solo nel 2017 ne ha depositati 3.650 (su 7.450 domande), 150 in più rispetto al 2016. Dai nuovi impianti di mobilità elettrica ai sistemi diagnostici per la salute, passando per software di videoanalisi in grado di identificare e tracciare con precisione millimetrica il movimento del corpo umano, i 14 progetti premiati hanno tutti un denominatore comune: rappresentano ciascuno nel proprio ambito un approccio nuovo alla soluzione dei problemi legati alla crescente complessità che il mondo industriale (anche se sempre più in chiave B2B2C) incontra sulla strada della digitalizzazione.
Durante la conferenza Joe Kaeser, presidente e CEO di Siemens, ha spiegato che la sua ambizione è riuscire a rendere disponibile un ‘digital twin’ per qualsiasi macchina, prodotto e processo. Probabilmente non a caso Kaeser ha citato – e senza alcuna soggezione – mostri sacri del digitale come Amazon, Facebook e Google per descrivere la rilevanza di Siemens nei propri mercati di riferimento. Alla stregua di quanto stanno facendo gli OTT nel mondo consumer, Siemens sta infatti costruendo una serie di ecosistemi virtuali in cui dati e applicazioni possano replicare l’universo fisico e abilitare nuove esperienze all’interno del neonato Internet of Things.
Insieme a Roland Busch, CTO della compagnia, Kaeser ha quindi esposto le linee strategiche per il medio termine, che si esplicano in una manciata di parole e in qualche miliardo di euro di investimenti: 5,6 miliardi, per l’esattezza, tutti puntati su attività di ricerca e sviluppo (ben il 40% in più rispetto ai 4 miliardi del 2014). Una cifra che bilancia, superandoli, i ricavi maturati attraverso l’offerta di innovazione nel corso dell’anno appena trascorso: 5,2 miliardi di euro sono infatti stati generati dalla vendita di soluzioni software (4 miliardi) e di servizi digitali (1,2 miliardi), facendo registrare su questi comparti una crescita complessiva del 20% rispetto al 2016. La nuova spinta non arriverà solo dall’iniezione di capitale.
Siemens ha infatti annunciato l’apertura di 20 centri specializzati (una cinquantina di location in 17 Paesi di tutto il mondo, nessuna in Italia) per lo studio di applicazioni digitali dedicate ai clienti. In questa visione le soluzioni IoT e specialmente MindSphere saranno preponderanti, nell’ottica di proporre architetture sempre più scalabili e aperte. Oggi circa un milione di oggetti connessi è gestito dalla piattaforma, entro la fine del 2018 si dovrebbe arrivare a 1,25 milioni di unità, anche grazie alla partnership con Amazon Web Services (AWS), che di fatto, a partire da gennaio, spalancherà la possibilità di spostare sul Cloud enormi carichi di lavoro migliorando la visibilità sui flussi di informazione e abilitando, grazie all’ingestione e all’elaborazione dei big data, funzioni evolute di manutenzione predittiva e risparmio energetico su intere filiere industriali. Per fare questo, però, è come detto necessario prima associare un ‘gemello digitale’ a ognuna delle fasi che costituisce le diverse linee di business.
Jan Mrosik, CEO della Digital Factory Division di Siemens, non ha usato mezzi termini: “Siamo l’unica azienda oggi in grado di coprire tutti gli aspetti che riguardano il prodotto: parte meccanica, parte elettronica, parte software. Conoscendo a fondo tutti e tre i campi siamo in grado di realizzare un ‘digital twin’ per il product design, per la prototipazione, per la linea di produzione e persino per la distribuzione, trasponendo nel mondo virtuale non solo le caratteristiche dell’oggetto, ma anche le sue performance. Non dobbiamo però dimenticare che ogni industria è a sé, e per ciascuna azienda c’è un approccio specifico, un punto di ingresso peculiare”. La parola d’ordine, in tal senso, è co-creation: il business nasce solo attraverso la condivisione di esigenze, proposte e soluzioni condivise tra vendor, clienti e partner. Stando a Siemens, il focus è primariamente su intelligenza artificiale, additive manufacturing, Blockchain, automazione e connettività.
I casi d’uso più celebri riguardano il mondo dell’automotive dove, ha ricordato Kaeser, Siemens fornisce piattaforme di PLM (Product Lifecycle Management) a 29 dei 30 top automaker a livello globale (senza andare troppo lontano, ricordiamo lo stabilimento FCA di Grugliasco). Ma si moltiplicano i settori in cui i temi dell’Industry 4.0 sono destinati a diventare preponderanti: tra i clienti ospiti dell’Innovation day c’erano Adidas (che non ha bisogno di presentazioni e che punta a realizzare scarpe su misura ultrapersonalizzate quasi in real time), lo specialista del packaging per la farmaceutica Bausch+Ströbel, il produttore di macchine utensili Heller, Rolls Royce, il gruppo ferroviario DB e diversi esponenti dell’universo delle utility. Le storie più rilevanti oggi riguardano la migliore gestione degli asset e delle risorse, con risparmi energetici e tassi di downtime drasticamente diminuiti grazie alle analisi predittive. Lo sguardo di tutti, però, è rivolto verso l’immediato futuro e verso l’Internet of Things, che trasformerà i prodotti in servizi a valore aggiunto sia per le imprese sia per l’utente finale.