Spingere la cooperazione bilaterale, con l’obiettivo di individuare nuove opportunità di business nel settore della space enonomy. Italia e Israele hanno già avviato una serie di progetti ma è al futuro che si guarda tenendo conto delle potenzialità di un comparto, quello dello Spazio, che sta registrando una crescita vertiginosa anche e soprattutto su fronte dell’adozione dei satelliti nel campo delle Tlc.
Il 26 e 27 gennaio scorso, la sedicesima edizione dell’Ilan Ramon International Space Conference ha acceso i riflettori sulle nuove opportunità offerte dallo spazio al settore pubblico e privato. “Pivoting to Space: New opportunities for Industries and Governments”, il titolo scelto per l’edizione 2021 promossa dall’Israel Space Agency (Isa) del Ministero israeliano della Scienza e della Tecnologia, con il supporto dell’Ambasciata d’Israele in Italia e la collaborazione dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).
“Lo spazio è importantissimo – ha sottolineato il Direttore Generale dell’Isa, Avi Blasberg-. Benché l’accesso al mercato richieda tempo e i rischi siano molti, investire in space tech startup è importante. Ed è per questo che, nonostante le sempre più marcate privatizzazioni, è opportuno che i governi continuino a supportare il settore”.
Cybersecurity, sostenibilità nello spazio, ritorno sulla Luna, spazio e IoT, telerilevamento, produzione in condizioni di microgravità alcuni dei temi presi in esame e il panel “When Space Meets Diplomacy” – che ha ospitato l’intervento del Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia – ha esplorato il complesso rapporto tra spazio e diplomazia.
Parallelamente alla Conferenza è stata allestita un’esposizione virtuale delle aziende leader mondiali nel settore con l’obiettivo di spingere gli incontri virtuali B2B per approfondire opportunità di collaborazione. Una quarantina le aziende italiane che hanno aderito all’evento, a dimostrazione del consolidato rapporto di cooperazione tra Israele e l’Italia, sia a livello bilaterale sia industriale.
Due le principali iniziative lanciate nel 2020: a luglio dello scorso anno è stato inaugurato il Progetto Shalom che vede unite le due Agenzie spaziali con l’obiettivo di costruire due satelliti progettati congiuntamente per l’osservazione della Terra. E a marzo è stato lanciato in orbita il satellite italo-israeliano Cubesat Dido-3 nell’ambito di un progetto finalizzato alla realizzazione di quattro esperimenti in biologia e farmacologia condotti in condizioni di microgravità create in un laboratorio e controllate dalla Terra tramite un’applicazione mobile. Il progetto fa capo alla missione VV16 del vettore europeo Vega, progettato e realizzato dall’azienda Avio di Colleferro, in provincia di Roma. Vega ha rilasciato nello spazio, su diverse altezze orbitali, 53 fra nino, micro e mini satelliti, fra cui appunto il Cubesat Dido-3. L’arrivo in orbita del piccolo satellite (di peso inferiore a 6 kg) è uno dei successi della proficua collaborazione nell’ambito dell’Accordo Industriale Scientifico e Tecnologico tra Italia e Israele ed è stato sviluppato nell’ambito di un progetto congiunto del Ministero degli Affari Esteri (Maeci) e Ministero Israeliano della Scienza e della Tecnologia (Most), con la partecipazione delle agenzie spaziali Asi e Isa.
L’Italia ha sostenuto i costi del lancio e del rilascio in orbita, avvenuto utilizzando il payload. Gli esperimenti in microgravità sono stati sviluppati dal laboratorio congiunto tra Italia e Israele da quattro Università italiane: l’Università di Napoli Federico II, l’Università di Roma 2 Tor Vergata, l’Università di Bologna Alma Mater Studiorum e l’Università di Roma 3. Il partner israeliano è Space Pharma, finanziato da Isa e Most, che ha realizzato il satellite che ha portato gli esperimenti nello spazio.