Salgono sul podio le cinquanta migliori studentesse di CyberTrials, il primo programma di formazione sulla cybersecurity rivolto alle ragazze degli istituti secondari di II grado, dedicato a qualsiasi conoscenza nel campo della cybersicurezza che non richieda specifiche conoscenze di informatica a monte. Realizzata dal Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del Cini (il Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica), l’iniziativa si è svolta nell’arco di tutta la primavera, coinvolgendo oltre 300 giovani future esperte di cybersicurezza.
Le sfide affrontate dalle studentesse
Le ragazze che maggiormente si sono distinte durante CyberTrials sono state selezionate in base ai punteggi più alti totalizzati durante un gioco di ruolo permanente organizzato dal Game Science Research Center (il centro interuniversitario sulla game science con sede presso la Scuola Imt Alti studi Lucca) che si è basato sui contenuti delle lezioni frontali e che ha coinvolto le ragazze da marzo a oggi.
Ogni settimana, le studentesse, suddivise in squadre, si sono sfidate usando tecniche di open source intelligence (Osint) social engineering e nozioni di base sulla cybersicurezza apprese nel corso delle lezioni. Risolvendo enigmi e scovando indizi, le ragazze hanno avuto la possibilità di applicare da subito le tecniche imparate durante il corso.
Come funziona la prova
“Per CyberTrials abbiamo progettato un gioco in grado di coinvolgere tutte le studentesse: il loro modo di interagire ci ha sorpreso. Si sono calate benissimo nello scenario e sui profili social che hanno creato per giocare adesso pubblicano anche contenuti sui temi che apprendono durante le lezioni” racconta Francesca Randone, dottoranda in informatica presso la Scuola Imt Alti Studi Lucca e membro del team che ha progettato il gioco.
“Un gioco che ingaggia, diverte e ti fa vedere come certe nozioni si applicano alla vita quotidiana, permette di superare quei dubbi e quelle paure che bloccano molte ragazze davanti alle discipline Stem, per cui pensano di non essere mai abbastanza brave – spiega Ennio Bilancini, direttore del Game Science Research Center e professore presso la Scuola Imt Alti Studi Lucca –. È questo il valore del gioco: non richiede competenze pregresse ed è per tutte”.
Il prossimo passaggio
Le 50 cybergirls parteciperanno all’evento finale previsto dal 27 al 29 maggio a Torino, in occasione delle finali di OliCyber.IT, le olimpiadi italiane di cybersicurezza, anch’esse organizzate dal Laboratorio Nazionale di Cybersecurity. In questa occasione avranno modo di stare a contatto e confrontarsi direttamente con altre ragazze e ragazzi che si sono formati sui temi della sicurezza informatica e di partecipare a un’attività specifica di formazione sulle soft skills e sul gioco di squadra.
Come si articola il programma CyberTrials
La prima edizione di CyberTrials si è rivelata un successo oltre le aspettative degli organizzatori. Sono state più di 300 le ragazze tra i 14 e i 19 anni che, seppur senza conoscenze pregresse, hanno fatto richiesta per accedere al corso avanzato sui principi del mondo digitale e delle tecniche di attacco e difesa nel mondo cyber.
Il programma di quest’anno è stato pensato per accrescere la consapevolezza digitale delle studentesse, facendole acquisire conoscenze utili a operare in sicurezza in rete e ad affrontare i rischi legati alla presenza online.
Nelle sei settimane di lezioni le studentesse hanno avuto modo di conoscere anche le opportunità che può offrire il settore della sicurezza informatica, grazie anche alle testimonianze e alle esperienze condivise dai docenti del corso, come Anna Vaccarelli, Stefania Stefanelli, Raffaele Angius, Mirko Lapi, Carola Frediani, Riccardo Meggiato e Giulia Martino.
Stop al gender gap
“Guardiamo con enorme soddisfazione ai risultati di CyberTrials che, nonostante si trattasse di una prima edizione pilota, ha saputo raccolto l’interesse di centinaia di giovani ragazze che vedono nella cybersicurezza un’opportunità di divertirsi e magari di costruire un proprio percorso per il futuro – commenta Paolo Prinetto, direttore del Laboratorio Nazionale di Cybersicurezza -. Sono grato agli esperti del Game Science Research Center e a tutto il team e agli incredibili docenti che hanno dedicato tempo e risorse a questo progetto, in perfetta sintonia con la visione del Laboratorio, che punta a creare percorsi in grado di abbattere concretamente le barriere culturali che ancora oggi in Italia condizionano la presenza delle donne nelle materie Stem, retaggio di un passato che nulla ha a che fare con le ragazze e i ragazzi del futuro”.