Spingere sulla cybersecurity made in Italy ossia su una strategia mirata a “blindare” aziende e PA tenendo conto delle peculiarità del mercato italiano e soprattutto della forte presenza di piccole e medie imprese. Questa la sfida lanciata da Tim durante l’evento che a Roma ha visto sul podio i vincitori della Cybersecurity challenge, un’occasione per fare il punto della situazione con i manager del Gruppo – il Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer Elio Schiavo ed Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer della telco e Ad di Telsy – e con Bruno Frattasi, Direttore Generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale che ha acceso i riflettori sulle cose fatte e da farsi nel nostro Paese all’indomani della relazione annuale al Parlamento.
A delineare lo scenario anche Giorgia Dragoni, ricercatrice dell’Osservatorio Cybersecurity & Data Protection del Politecnico di Milano che ha presentato i dati aggiornati (SCARICA QUI LE SLIDE).
Il whitepaper del Centro Studi Tim
Dati che fanno il paio con il whitepaper “Cybersecurity made in Italy” (SCARICA QUI IL DOCUMENTO) in cui il Centro Studi Tim ha messo nero su bianco l’evoluzione delle minacce e soprattutto della domanda e offerta di mercato.
Il mercato nazionale della cybersecurity è in forte sviluppo – con un tasso di crescita media annua dell’11-12% per un valore stimato in circa 2,5 miliardi di euro nel 2025 – ed è caratterizzato da un’elevata frammentazione, con oltre 3.000 aziende, metà delle quali concentrate in tre regioni: Lazio, Campania e Lombardia.
Secondo quanto emerso dal rapporto del Centro Studi Tim, le realtà dedicate ai servizi cyber che sono riuscite ad affermarsi seguendo un chiaro percorso di crescita rappresentano appena il 10-15% del mercato. Tra queste prevalgono due modelli alternativi: società che si focalizzano su un unico segmento di clientela – ad esempio con servizi dedicati al sistema bancario – e società con un’offerta più ampia “one stop shop” (più della metà delle imprese esaminate) al cui interno è presente almeno una tecnologia proprietaria (3/4 delle imprese del campione).
Tuttavia, la gran parte del mercato rimane oggi polarizzata tra i grandi gruppi Ict il cui portafoglio di offerta include anche i servizi cyber e piccole realtà molto specializzate che faticano a crescere, e presenta un livello di “polverizzazione” molto maggiore rispetto a quello degli altri grandi Paesi europei. In particolare, l’Italia, secondo le stime del Centro Studi Tim, ha 1,6 imprese di cybersecurity per miliardo di PIL, un numero doppio rispetto al Regno Unito (0,8 imprese per miliardo di PIL) e superiore anche a quello della Spagna (1,2 imprese per miliardo di PIL).
Ad aprire i lavori il Chief Enterprise and Innovative Solutions Officer Elio Schiavo il quale ha illustrato il ruolo delle tecnologie cyber e le prospettive di crescita nell’ambito dell’offerta di servizi digitali a 360 gradi che Tim Enterprise rende disponibili alle aziende e alla pubblica amministrazione.
La sfida nazionale e il focus sulle pmi
“Le piccole e medie imprese sono considerate bersagli facili dai cybercriminali. E se da un lato gli investimenti delle aziende di medie dimensioni si concentrano sulla componente di servizi gestiti dall’altro sono spesso spinti dagli attori del mercato più vicini alle imprese”, ha evidenziato Dragoni del Polimi.
Eugenio Santagata, Chief Public Affairs and Security Officer di Tim e Ad di Telsy ha acceso i riflettori sulla necessità di virare gli investimenti sulla cybersecurity “made in Italy” e di spingere l’innovazione delle piccole e medie imprese. “Oggi serve dotarsi di tecnologie proprietarie certificate e gestite internamente al perimetro nazionale e occorrono quindi esperti e competenze specifiche ma anche una cultura nuova. Le aziende premiate oggi testimoniano il potenziale delle imprese italiane nel campo della cybersecurity e sottolineano l’importanza di creare un ecosistema collaborativo per garantire la sicurezza digitale. L’obiettivo è quello di costruire una solida base di cybersecurity italiana che possa competere a livello internazionale. Vogliamo attrarre investimenti e talenti nel nostro paese, promuovere lo sviluppo di tecnologie innovative e creare un ambiente favorevole all’innovazione. In questo modo, potremo affrontare le sfide della cybersecurity in modo efficace e fornire soluzioni affidabili e all’avanguardia per proteggere le nostre infrastrutture digitali”.
Frattasi: “Diffondere la cultura della cybersecurity fin dalle elementari”
“Mi piacerebbe che le competenze digitali venissero insegnate fin dalle elementari. In questo modo poi si persegue anche uno scopo educativo oltre a un uso responsabile dei mezzi digitali – afferma Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale – Abbiamo bisogno di competenze in questo campo e di formazione, ed è per questo che le stiamo formando. Stiamo aspettando gli Itis, e stiamo parlando con le università e con il mondo delle imprese”. “Iniziano a diffondersi cultura e consapevolezza della sicurezza cibernetica. Non era così scontato – conclude – Prima ancora della guerra è stata la pandemia da Covid-19 a far crescere questa nuova consapevolezza”.
I vincitori della Cybersecurity Challenge di Tim
Sono Ermes, Pikered e Sensoworks i vincitori della Cybersecurity Challenge di Tim premiati a Roma da Eugenio Santagata.
La sfida ha coinvolto, nel giro di pochi giorni, oltre 50 aziende, pmi, startup e scaleup italiane e internazionali per individuare soluzioni innovative. Ai vincitori verrà offerta una partnership tecnologica e commerciale con Tim Enterprise e Telsy. Le società selezionate avranno infatti un accesso privilegiato al mercato della cybersecurity e la possibilità di crescere ulteriormente.
Sono state premiate:
- Ermes: per la soluzione che, grazie ad avanzati algoritmi di machine learning, garantisce sicurezza del browser consentendo una navigazione online sicura e protetta, difendendo gli utenti dalle minacce web, preservando la loro privacy e proteggendo i loro dati.
- Pikered: ha ideato Zaiux Evo, un “hacker virtuale” che, grazie all’intelligenzaaArtificiale, effettua “attacchi etici”, con l’obiettivo di individuare le falle di una rete informatica e fornire le indicazioni per la mitigazione delle vulnerabilità.
- Sensoworks: ha proposto una soluzione per il monitoraggio intelligente di intrastrutture strategiche (viadotti, tunnel, reti idriche), che acquisisce e analizza in real-time i dati provenienti dai sensori connessi e consente di intervenire tempestivamente, migliorando efficienza e sicurezza.
L’iniziativa rientra tra le attività previste nell’ambito del programma di Open Innovation Tim Growth Platform, il nuovo modello di innovazione basato sulla collaborazione industriale con società ad alto potenziale con l’obiettivo di accelerarne la crescita. La challenge punta a facilitare l’incontro tra le imprese, soprattutto italiane, che dispongono di soluzioni e competenze ultra-specialistiche, e le esigenze ed i bisogni espressi dalle pmi, con l’obiettivo di far crescere tutta la filiera e accelerare la digitalizzazione e l’innovazione del Paese.