Nuovo botta e risposta nel lungo braccio di ferro tra il governo americano e TikTok: l‘amministrazione di Donald Trump ha presentato ricorso al giudice federale per ripristinare il “ban” contro la video app cinese.
Il 7 dicembre, infatti, il giudice Carl Nichols della District Court a Washington ha emanato un ordine che ha impedito al dipartimento del Commercio di mettere in atto le restrizioni chieste dal presidente Usa che si traducevano, di fatto, nell’impossibilità di usare TikTok negli Stati Uniti. Alla casamadre della piattaforma cinese Bytedance si imponeva di non usare i dati ospitati negli Usa per TikTok, di fermare i servizi di content delivery e altre transazioni tecniche.
Il dipartimento di Giustizia ha presentato appello contro l’ordine del giudice Nichols presso la Corte d’Appello del District of Columbia.
Analogo ricorso è stato presentato dall’amministrazione Trump presso un’altra corte d’appello americana: sarà discusso a febbraio e riguarda la decisione dello scorso ottobre presa dal giudice distrettuale Wendy Beetlestone in Pennsylvania, che ha bloccato le stesse restrizioni alle attività americane di ByteDance (e quindi di TikTok).
La palla passa a Biden?
Trump ha emanato il “ban” contro TikTok ad agosto, tramite ordine esecutivo. L’ordine ingiungeva a ByteDance di vendere entro 90 giorni (con scadenza il 12 novembre) le attività americane di TikTok a un’azienda a stelle e strisce. Poi è arrivata una proroga di 15 giorni e, infine, un ultimo rinvio al 4 dicembre.
Le sentenze dei giudici che hanno ribaltato il divieto hanno salvato in corner TikTok: senza più estensioni della deadline per lo scorporo degli asset Usa, dal 4 dicembre il dipartimento di Giustizia ha l’autorità per obbligare alla vendita.
È difficile che l’amministrazione Trump riesca a risolvere la disputa intorno a TikTok – accusata da Trump di rappresentare una minaccia per la cybersicurezza degli Stati Uniti – prima che il presidente Repubblicano lasci la Casa Bianca, il 20 gennaio, per l’insediamento del nuovo presidente Joe Biden. Ma un accordo in extremis è sempre possibile.
Lo stesso giudice Nichols ha emanato, in una decisione separata, un ordine contro il ban del dipartimento del Commercio che colpiva Apple e Google e chiedeva loro di rimuivere la app di TikTok dai loro negozi di app mobili. Il giudice ha dato il via libera a mantenere la app sugli store. L’amministrazione Trump ha fatto ricorso anche contro questa decisione: le arringhe si sono tenute due settimane fa presso la corte d’Appello di Washington ed è attesa la sentenza.
In stallo la newco americana
ByteDance si è difesa contro il “ban” una serie di ricorsi e appelli e ha attaccato la decisione del governo degli Stati Uniti di forzare la vendita delle sue attività come “arbitraria e capricciosa”.
Tuttavia la pressione di Washington ha portato il gruppo cinese a cercare partner locali cui cedere le attività americane di TikTok: da mesi sono in corso le trattative con Oracle e Walmart per la creazione di una newco.
L’accordo, che ha ottenuto la benedizione di Trump, prevede il trasferimento delle attività globali di TikTok da ByteDance alla nuova società TikTok Global, che sarà controllata per l’80% del capitale dalla società cinese, per il 12,5% da Oracle, individuata come “partner tecnologico sicuro”, e per il 7,5% da Walmart. Ma, come hanno sottolineato i media cinesi criticando l’atteggiamento del governo Usa, il cda di TikTok Global sarà composto prevalentemente da consiglieri americani (quattro su cinque membri). E spetterà ai nuovi proprietari gestire i dati degli utenti Usa di TikTok e moderare i contenuti.