Xiaomi non è più nella black list degli Stati Uniti: il governo americano ha tolto il produttore cinese di smartphone dalla lista delle società con legami con l’apparato militare del Partito comunista cinese. Sono di conseguenza rimosse le restrizioni sull’acquisto o possesso di azioni di Xiaomi da parte di cittadini statunitensi.
“La Corte distrettuale degli Stati Uniti del District of Columbia ha emesso un ordine definitivo che abroga la definizione della società da parte del dipartimento della Difesa come Ccmc“, ovvero Communist Chinese military company, si legge nella documentazione depositata da Xiaomi presso la Borsa di Hong Kong e riportata da Reuters.
“L’azienda dibadisce di essere una corporation aperta, trasparente, quotata e gestita in maniera indipendente“, ha affermato il presidente di Xiaomi, Lei Jun.
L’ordine esecutivo di Trump
L’amministrazione Trump aveva inserito Xiaomi nella lista nera che include le compagnie sospettate di collaborare con le forze armate cinesi a metà gennaio, poco prima dell’insediamento del nuovo presidente Joe Biden. La mossa ha sottoposto Xiaomi a un ordine esecutivo di novembre 2020 che impedisce agli investitori americani di acquistare azioni o titoli correlati di qualsiasi società designata dal dipartimento della Difesa come implicata nelle operazioni militari cinesi. L’ordine esecutivo iniziale di Trump è stato successivamente ampliato per costringere gli investitori a cedere o vendere le partecipazioni interessate entro l’11 novembre di quest’anno.
“Il dipartimento della Difesa è determinato a evidenziare e contrastare la strategia di sviluppo della fusione militare-civile della Repubblica popolare cinese, che supporta gli obiettivi di modernizzazione dell’Esercito popolare di liberazione garantendo il suo accesso a tecnologie avanzate e competenze acquisite e sviluppate anche da quelle aziende della Repubblica, università e programmi di ricerca che sembrano essere entità civili “, aveva dichiarato la Difesa Usa.
Il caso era finito in tribunale
Dopo aver subito l’iniziativa unilaterale del dipartimento della Difesa, Xiaomi era passata all’offensiva intentando una causa contro il governo degli Stati Uniti, definendo la sua collocazione nella lista nera “illegale e incostituzionale” e negando qualsiasi legame con l’esercito cinese.
A marzo, un giudice federale aveva temporaneamente bloccato l’applicazione della decisione, spiegando che la procedura attuata dal governo per rendere esecutiva la decisione era “altamente imperfetta”.
Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti aveva già anticipato a inizio mese l’intenzione di rimuovere Xiaomi dalla black list. La notizia era trapelata da un documento depositato in tribunale, che affermava che le due parti avrebbero acconsentito a risolvere il loro contenzioso in corso senza ulteriori contestazioni.
Xiaomi sul podio italiano
Xiaomi, presente da tre anni sul mercato italiano, nel primo trimestre 2021 è il secondo top vendor di smartphone nel nostro Paese dopo Samsung e prima di Apple. Lo rileva un rapporto Canalys che conferma una crescita su base annua del 91% e una quota di mercato pari al 25%, prestazioni simili a quelle ottenute sull’intera regione europea.
I risultati del primo trimestre 2021
Nel primo trimestre del 2021 i ricavi totali e l’utile netto rettificato di Xiaomi hanno superato le aspettative del mercato. I ricavi totali del periodo sono stati pari a 76,9 miliardi di yuan, in crescita del 54,7% su base annua, mentre l’utile netto rettificato non-Ifrs del periodo è stato di 6,1 miliardi di yuan, con un aumento del 163,8% rispetto all’anno precedente. L’utile lordo è stato di circa 14,2 miliardi , con un aumento del 87,4%.
“La solida crescita nelle spedizioni di smartphone ha guidato una continua espansione della nostra base di utenti globale. La nostra piattaforma AIoT ha continuato a scalare in tutto il mondo”, dichiara in una nota un portavoce di Xiaomi. “Oltre alla solida crescita nelle nostre linee di business già esistenti, stiamo anche continuando ad esplorare nuove opportunità e ad ampliare i nostri orizzonti. Nel marzo 2021, abbiamo svelato la nostra nuova identità di brand e abbiamo anche annunciato la nostra entrata ufficiale nel settore dei veicoli elettrici”.