Il consumatori britannici potrebbero essere costretti a pagare prezzi più alti nel prossimo futuro. Questa l’argomentazione principale data dall’Ofcom, l’Authority inglese sulle tlc per bocciare la proposta di fusione tra O2 e la Tre (Three) britannica che metterebbe insieme il più grande ed il più piccolo dei quattro operatori del Regno Unito.
La parola è ora passata alla Commissione Europea ed alla Commissaria alla concorrenza, la danese Margrethe Vestager la quale ha idee ben chiare sulla materia essendosene già occupata nel recente passato proprio con riferimento al suo paese natale, la Danimarca.
La disputa sul piano economico è relativamente chiara e risponde ad una semplice domanda: tre operatori possono più o meno facilmente “dividersi” il mercato e rallentare l’innovazione spremendo dei prezzi più alti ai consumatori rispetto ad una situazione di mercato nella quale sono autorizzati quattro operatori? In teoria tre operatori con quote di mercato equivalenti dovrebbero facilmente trovare una sorta di “gentleman agreement” per massimizzare le rispettive posizioni in termini di redditività del capitale investito. Non lanciarsi, quindi, in aggressive campagne sui prezzi e neppure innovare lateralmente con l’obiettivo di guadagnare nuovi clienti. Una sorta di pax romana regnerebbe in questa situazione a discapito degli interessi dei consumatori ed a vantaggio degli azionisti degli operatori.
Se, invece, uno dei tre operatori ha una posizione di vantaggio rispetto agli altri due è assai presumibile che, in un mercato maturo quale le tlc sono, esso finirebbe per diventare l’operatore di mercato dominante, cioè quello che fissa i prezzi di riferimento e la traiettoria dell’innovazione, mentre gli altri due operatori diventerebbe dei price-takers. Tutto gira intorno alla fase del ciclo di vita del mercato delle telecomunicazioni. A livello di clienti raggiungibili si tratta di un mercato iper saturo non essendoci di fatto spazi per vendere nuove sim.
A livello di infrastrutture e di servizi legati alla tecnologia, invece, l’innovazione è ancora accesa. Ma per attivarla serve un elevato tasso competitivo perché l’assorbimento di capitale è elevato. Meglio, quindi, quattro operatori se l’obiettivo è quello di creare benessere per i consumatori. Con soli tre carrier si rischiano prezzi più elevati e servizi più datati.