Il lancio dei servizi wireless 5G di At&T e Verizon sarà posticipato di due settimane. I colossi telefonici Usa hanno alla fine accettato la richiesta del ministro dei Trasporti Pete Buttigieg e il capo della Federal Aviation Administration, Steve Dickson, che temono interferenze sulle strumentazioni a bordo degli aerei.
“Abbiamo acconsentito a un ulteriore rinvio di due settimane”, si legge in una nota dei due compagnie nella quale si sottolinea che “la sicurezza aerea e il 5G possono coesistere e siamo fiduciosi che ulteriori collaborazioni e valutazioni tecniche allevieranno qualsiasi problema“.
Due settimane per ridurre le problematiche
La decisione è arrivata dopo un iniziale rifiuto di At&T e Verizon di ritardare il lancio dello spettro wireless C-Band 5G, che i vettori avevano vinto in un’asta governativa da 80 miliardi di dollari ed era previsto inizialmente per il 5 gennaio. La scelta di non accettare il ritardo, proponendo piuttosto l’implementazione di nuove misure di sicurezza, aveva spinto le compagnie aeree a minacciare azioni legali.
Secondo i rappresentanti del settore, è stata raggiunta una bozza di accordo all’ultimo minuto prima con l’operatore telefonico e poi con Verizon per posticipare di quindici giorni, al prossimo 19 gennaio, l’implementazione delle nuove bande. Verizon ha affermato che il ritardo “promette la certezza di portare a questa nazione la nostra rete 5G rivoluzionaria” entro il mese: nelle prossime due settimane, le autorità di regolamentazione, le compagnie aeree e gli operatori wireless esamineranno infatti i modi per ridurre al minimo il potenziale impatto delle interferenze sulle operazioni di volo.
La soddisfazione della Faa
La Federal aviation administration (Faa), dal canto suo, ha elogiato i vettori wireless che hanno accettato un ritardo e le misure di sicurezza che hanno offerto. “Non vediamo l’ora di utilizzare il tempo e lo spazio aggiuntivi per ridurre le interruzioni dei voli associate a questa distribuzione del 5G”, ha affermato la Faa.
Settimane fa, la stessa Faa aveva ha avvertito che le interferenze derivanti dall’uso pianificato dello spettro wireless 5G rappresentavano un rischio per la sicurezza aerea e potevano provocare deviazioni dei voli. Ma non aveva ancora emesso avvisi formali che delineassero ulteriormente i potenziali impatti. Già sollecitate in questo senso, AT&T e Verizon a novembre avevano concordato di ritardare il lancio commerciale del servizio wireless in banda C di 30 giorni fino al 5 gennaio e di adottare temporaneamente alcune salvaguardie.
Le polemiche, poi la scelta di collaborare
Ma il provvedimento non era stato sufficiente a fermare le polemiche. Sara Nelson, presidente dell’Associazione degli assistenti di volo-Cwa, che rappresenta 50.000 assistenti di volo presso 17 compagnie aeree, aveva dichiarato su Twitter che “se i medicinali consegnati agli ospedali e alle case fossero in ritardo” Verizon sarebbe responsabile. “Il loro incentivo è il denaro – aveva aggiunto -. Il nostro incentivo è la sicurezza. È la forma più pura di profitto sulle persone”.
Gli ultimi atti della vicenda erano datati pochi giorni fa, dapprima con una lettera dell’amministratore delegato di Boeing, Dave Calhoun, e del Ceo di Airbus Americas, Jeffrey Knittel, al segretario Usa ai trasporti Pete Buttigieg, che esortava l’amministrazione Biden a ritardare l’implementazione dei nuovi servizi, quindi con la pubblicazione di una nota congiunta di Ctia, che rappresenta l’industria cellulare, Aerospace Industries Association e Airlines for America, in cui gli attori in gioco si dicevano pronti a scambiare e condividere “i dati disponibili da tutte le parti per identificare le aree specifiche di preoccupazione per l’aviazione”. “La nostra convinzione – avevano scritto i gruppi del settore nel comunicato – è che lavorando in modo collaborativo in buona fede su una soluzione basata sui dati, possiamo raggiungere il nostro obiettivo comune di implementare il 5G preservando la sicurezza aerea”.