L'APPELLO AL GOVERNO

5G, De Vecchis: “Mettere da parte le ragioni geopolitiche”

Taglio del nastro del Cybersecurity and Transparency Center con sei mesi di anticipo. Il presidente di Huawei Italia: “Prima e unica azienda al mondo ad aprire i codici sorgente”

Pubblicato il 23 Mar 2021

de vecchis

Mettere da parte le ragioni geopolitiche per dare all’Italia ed alla sua economia quell’impulso per la crescita che noi siamo in grado di far cogliere”. Crescita il cui driver principale sarà certamente il 5G.

È l’appello che arriva da Luigi De Vecchis, presidente di Huawei Italia, in occasione del taglio del nastro, a Roma, del Cybersecurity and Transparency Center dell’azienda che debutta con sei mesi di anticipo rispetto a quanto previsto.

“Tecnologia e geopolitica sono incompatibili – ha spiegato- Noi paghiamo lo scotto del pregiudizio e dell’incapacità di affrontare su altri tavoli le questioni geopolitiche. Ma il mix di guerra commerciale, geopolitica e primato della tecnologia non fa altro che creare confusione”.

“Huawei è figlia di un seme di investimento con caratteristiche occidentali avviato a Shenzhen 40 anni fa e che ha cambiato il rapporto tra impresa e Università, tra impresa e città e che sarebbe auspicabile che le economie occidentali valorizzassero invece di combattere”, ha auspicato.

“Siamo una multinazionale come tutte le altre al mondo – ha puntualizzato De Vecchis – Il nostro bilancio è certificato da Kpmg ed è pubblico. Siamo l’unico vendor con certificazioni di sicurezza Gsma 3Gpp-Nesas”.

De Vecchis ha poi sottolineato che l’azienda non ha alcuna costrizione in merito alle leggi cinesi sulla sicurezza. “Non abbiamo nessun interesse, men che meno di natura politica, ad inserire backdoors – ha detto – Inoltre non c’è mai stata alcuna rilevazione in nessuna delle migliaia di istallazioni Huawei di violazione dei dati, al contrario di altre realtà”. Affermazioni quelle di De Vecchis supportate anche dai numeri resi noti dall’ultimo rapporto Enisa.

Per quanto riguarda le restrizioni decise dagli Usa, secondo il manager, non hanno causato nessun ritardo sullo sviluppo della tecnologia 5G: “Abbiamo perso mercato sui telefonini per ora”, ha ammesso.

Il centro battezzato oggi è stato “fortemente voluto da Huawei per aderire alla Legge sul Perimetro Cibernetico e per dare una speranza alle centinaia di italiani fieri di lavorare con noi”, ha puntualizzato.

E la volontà dell’azienda di collaborare con istituzioni e player dei Paesi dove operano si declina in due parole: trasparenza e apertura.

“Huawei è la prima ed unica azienda al mondo ad aprire i codici sorgente e gli schemi della nostra tecnologia, a rendere disponibile il maggiore patrimonio brevettuale del mondo – ha ricordato – La sicurezza dei dati sensibili e la resilienza alla violazione delle reti è parte integrante degli impegni di Huawei”.

“Le risorse economiche dedicate (il doppio rispetto alla media del mercato, ovvero il 2% del fatturato pari a 750 milioni), ne sono la testimonianza più evidente – ha spiegato – La digitalizzazione dell’economia e le tecnologie che la favoriscono quali AI, il largo impiego di IoT, Cloud, Realtà Virtuale e non da ultimo l’Edge Computing, rappresentano da una parte una grossa opportunità per la crescita dell’economia e dall’altra espongono ad alto rischio le infrastrutture sensibili del Paese. In queste situazioni non si può parlare di sicurezza senza un sano approccio basato sul rigore scientifico, fornendo evidenze e prove concrete, e non su speculazioni infondate”.

Secondo De Vecchis, il problema “va affrontato congiuntamente, operatori, vendor e istituzioni; non si possono trascurare fatti come l’impegno della Gsma con 3GPP e Nesas sulla sicurezza delle reti e sui test effettuati ai fornitori di tecnologia delle telecomunicazioni”.

“Il nostro Cyber Security Transparency Centre fa parte della strategia che seguiamo da molti anni e oggi, con l’inaugurazione di questo Centro, puntiamo a fornire un ambiente costruttivo dove dimostrare la nostra apertura, spirito di collaborazione e trasparenza, contribuendo a costruire un’Italia digitale e sicura insieme ai nostri clienti e partner”, ha concluso.

L’impegno di Huawei per una tecnologia aperta e trasparente è stata evidenziata anche da John Suffolk, Huawei Global Cyber Security and Privacy Officer.

“Huawei è tra le aziende maggiormente sottoposte ad audit e review – ha ricordato Suffolk – Ma è un fatto che consideriamo positivo perché ci mette nelle condizioni di imparare, di capire cosa cercano i nostri clienti e cosa si aspettano le istituzioni dei Paesi dove operiamo. Se c’è uno standard e una certificazione, noi non abbiamo problemi ad utilizzarli così come non facciamo questioni sui meccanismi di verifica a cui ci dobbiamo sottoporre”. Una disponibilità e una trasparenza che faranno da bussola anche per il nuovo centro romano.

“Come ogni nostro centro – ha detto Suffolk – sarà su misura di Paese. Noi non abbiamo una modalità unica di operare perché ciò che va bene per un Paese non va bene per un altro. Ecco perché l’apertura e il dialogo sono i principi che ci guidano verso un obiettivo che, però, è comune ovvero rendere la tecnologia sicura e proteggere dati e persone”.

L’impatto del Cyber Security and Trasparency Centre su Roma Capitale

L’evento è stato aperto da Massimo Bugani, Capo Staff della sindaca di Roma, Virginia Raggi, con delega all’Innovazione. Bugani ha ricordato la sfida smart che la città si appresta ad affrontare.

“Il piano Smart City appena presentato – ha detto Bugani – punta ad accelerare la trasformazione della città in ottica digital. È per raggiungere questo obiettivo è cruciale poter contare su sistemi di sicurezza all’avanguardia. Per questo è particolarmente importante  questo investimento di Huawei su Roma che è l’ultimo dei molti già effettuati nella città di Roma”.

Bugani ha poi sottolineato come lo switch off della PA, con l’accesso via Spid e Cie ai servizi pubblici, rappresenta una sfida cruciale per le amministrazioni, sfida nella quale la cybersecurity è l’arma vincente. “Serve che la sicurezza informatica sia inserita by default nei servizi pubblici così come in quelli della smart city”.

Come funziona il Cyber Security Transparency Centre

Il Centro, annunciato ufficialmente lo scorso settembre, è già disponibile e operativo presso la sede Huawei di Roma, in un’area dedicata protetta dalle più sofisticate misure di sicurezza. Il Centro, che si aggiunge a quelli già operativi a Banbury (Regno Unito), Bonn, Dubai, Toronto, Dongguan e Bruxelles, fornisce ad agenzie governative, tecnici esperti, associazioni di settore ed enti di standardizzazione, una piattaforma per comunicazioni di sicurezza, collaborazione e innovazione sugli standard di sicurezza e i meccanismi di verifica, consentendo ai nostri clienti di eseguire verifiche di sicurezza e testare le apparecchiature Huawei.

“Il nuovo Centro integra la strategia di Huawei che orgogliosamente è l’unica azienda al mondo ad aprire il suo intero portafoglio di brevetti attraverso il codice sorgente”, ha evidenziato Luca Piccinelli, Head of Cyber Security di Huawei.   

“La nuova struttura – ha sottolineato Piccinelli – fa parte dell’investimento globale di Huawei nella sicurezza informatica che risulta essere il più alto del settore ammontando al 5% del fatturato globale dell’azienda, con una media di 750 milioni di dollari investiti all’anno. Inoltre il 2% degli ingegneri di Huawei, che conta oltre 190.000 dipendenti, è specializzato in cyber security, a fronte dell’1% della media del settore”.

Il Centro illustra le pratiche di sicurezza informatica end-to-end di Huawei per la sicurezza e la privacy; dalle strategie e la catena di fornitura alla ricerca e sviluppo, ai prodotti e le soluzioni. Darà ai clienti l’opportunità di sperimentare le tendenze in materia di innovazione, i casi d’uso delle tecnologie emergenti (settori verticali 5G, informatica quantistica, AI, IoT) e le relative sfide di cyber security.

“Inoltre – ha annunciato Piccinelli – offre l’opportunità di collaborare a un modello a livello di settore basato sui principi di affidabilità e difesa scrupolosa, per sviluppare programmi di sicurezza informatica al fine di prevenire, rilevare e reagire in modo proattivo alle minacce”.

Il nuovo Centro fornisce anche una struttura per svolgere workshop, corsi di formazione ed eventi in collaborazione con la comunità e il settore italiano della sicurezza informatica.

Il Centro è aperto a clienti e enti di certificazione di terze parti indipendenti. Saranno invitati a eseguire test e verifiche di sicurezza equi, oggettivi e indipendenti, secondo gli standard e le migliori pratiche di sicurezza informatica riconosciute dal settore. La nuova struttura è dotata di ambienti per eseguire test dedicati, che forniscono prodotti Huawei, software, documentazione tecnica, strumenti di test e il supporto tecnico necessario. Per i clienti Huawei sarà possibile eseguire ulteriori verifiche come la revisione del codice sorgente e il controllo del design hardware.

Il 6 aprile il Web Summit di CorCom “5G e Recovery Plan, la strategia del Governo Draghi”

Fondi pubblici, accelerazione della roadmap, burocrazia, effetti elettromagnetici: il 5G è giunto alla prova dei fatti. L’Europa vuole spingere sull’infrastrutturazione ma il nostro Paese – pioniere con le sperimentazioni – si trova oggi in una fase critica: a due anni di distanza dai primi test, la copertura effettiva del territorio nazionale è di appena il 10%.

Ne discutiamo in occasione del web summit “5G e Recovery Plan, la strategia del Governo Draghi” in programma il 6 aprile. Per Agenda e Iscrizione cliccare qui.

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