IL DOCUMENTO

5G entro il 2020 in tutte le città. Pressing Ue sugli Stati

Svelato un documento provvisorio in cui la Commissione accelera sulla Gigabit Society: 100 Mbps in tutte le case europee e 5G capillare nelle aree urbane e vie di trasporto per colmare il gap con Usa e Corea del Sud. Il rame non ritardi il processo di digitalizzazione

Pubblicato il 21 Lug 2016

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La Commissione Ue vuole il 5G in ogni città europea entro il 2020 e, per il 2025, copertura 5G senza interruzioni in tutte le aree urbane e vie di trasporto non aree. Le abitazioni dovranno essere connesse a Internet con banda larga a 100 Mbps entro il 2025. Saranno necessari investimenti infrastrutturali di 155 miliardi per raggiungere gli obiettivi del 2025 e i finanziamenti dovranno arrivare tanto dal pubblico quanto dal privato, ma l’Ue vuole spingere per un maggior coinvolgimento del pubblico.

Lo rivela un documento provvisorio (dal titolo “Towards connectivity for a European Gigabit society”) trapelato dalla Commissione europea e visionato da diversi siti Internet, tra cui PolicyTracker e Euractiv.

Scuole, ospedali e PA saranno il traino dell’espansione della Gigabit society, con ricadute positive su tutti gli altri settori. La Commissione cita nel suo documento le previsioni dei consulenti di Wik, che dicono che il 30% degli utenti in Geramnia avrà bisogno nel 2025 di 1 Gbps in download e 600 Mbps in upload, e quelle di Cisco secondo cui il traffico Ip consumer raggiungerà 2 Zettabyte nel 2019. Giappone e Corea del Sud sono già entrate nella “Gigabyte era” e le connessioni in fibra sono già il 70% della banda larga fissa; l’Europa non può restare indietro.

Il documento indica anche che le reti telecom in rame stanno ritardando i progressi necessari per la digitalizzazione dell’industria europea. Anche per questo, l’Ue intende vigilare meglio per garantire la concorrenza tra incumbent e nuovi entranti sul mercato e darà più poteri ai regolatori nazionali per sanzionare “i grandi operatori dominanti che ingiustificatamente deviano dai loro obiettivi dichiarati” in fatto di investimenti di rete.

Come mai la Commissione ha reso così facile ottenere un documento in teoria confidenziale? si chiede Policy Tracker. Forse vuole far vedere che si sta attivando sul 5G, anche alla luce dei recenti impegni e investimenti annunciati dagli Stati Uniti. Ma il problema, commenta il sito, è che Bruxelles dà per scontato che ci sia già un consenso su che cosa sia il 5G mentre non offre alcuna definizione tecnica precisa. Inoltre, il documento della Commissione manca di riferimenti a elementi essenziali come lo spettro e i dibattiti in corso sugli standard.

“Nel resto del mondo, le frequenze e gli standard sono la priorità”, nota PolicyTracker: per esempio Verizon negli Usa ha annunciato i suoi standard 5G sviluppati con Ericsson, Cisco, Intel, LG, Nokia, Qualcomm e Samsung nell’ambito del Verizon 5G Technology Forum e la Federal Communications Commission ha messo a disposizione del 5G nuovo spettro (sopra i 24 GHz).

Sud Corea, Cina e Giappone si muovono sulla stessa falsariga, optando per le altissime frequenze, mentre l’Ue sembra andare per una strada completamente diversa: l’Rspg (European Radio Spectrum Policy Group) pensa che la banda dei 3.6-3.8 GHz dovrebbe essere la base del 5G europeo.

Così mentre alcuni operatori telecom si lamentano dei target per il 2020 sul 5G, che sembrano poco chiari e troppo ambiziosi, altri pensano che l’obiettivo dei 100 Mbps per la banda larga fissa sia troppo basso e non incentivi sufficienti investimenti di rete.

Il documento sul 5G verrà ufficialmente presentato a fine settembre dalla Commissione europea insieme al nuovo pacchetto di misure per il settore delle telecomunicazioni.

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