PROSPETTIVE

Le telco dovranno cambiare pelle: la “quinta” rivoluzione è anche culturale

I chief technology officer di Vodafone, Fastweb, Wind Tre e Linkem a confronto sull’impatto che deriverà dalla quinta generazione mobile in termini di organizzazione aziendale e modalità gestionali. Al centro collaborazione e co-creazione

Pubblicato il 24 Ott 2018

tavola-rotonda-CTO-Ericsson

Cosa rappresenta per le telco la rivoluzione del 5G rispetto al modo in cui ci si approccia al mercato, e cosa comporta questa trasformazione all’interno delle organizzazioni? Hanno provato a rispondere i CTO di alcuni dei principali operatori nazionali, invitati a una tavola rotonda organizzata nella cornice di Ericsson Day Italia, di scena oggi a Milano. Il punto di vista su cui tutti convergono è che l’innovazione, interna o verso i clienti, può avvenire solo attraverso un cambiamento culturale che mette al centro collaborazione e co-creazione.

È innanzitutto il pensiero di Erik Ekudden, Chief Technology Officer di Ericsson: “Diventa indispensabile lavorare gomito a gomito con i clienti. Spesso non siamo consapevoli di quale sarà la destinazione finale di un progetto di innovazione, ed è proprio attraverso il confronto continuo che possiamo porci nuove sfide e trovare nuove risorse per illuminare la strada e trovare il giusto equilibrio nell’esplorare le opportunità di business”.

In Vodafone gestire il cambiamento significa prima di tutto raccordare operazioni e iniziative che devono sostenere la crescita del gruppo a livello globale. Fabrizio Rocchio, Chief Technology Officer di Vodafone Italy, ha spiegato che oggi la priorità è cercare di portare tutti sullo stesso piano quando si tratta di innovazione: risorse interne e partner. “È imprescindibile se vogliamo che progetti come il trial sul 5G che stiamo portando avanti a Milano sia un successo. Valorizzare tutti i potenziali attori dell’ecosistema significa coinvolgerli direttamente attraverso iniziative come le call4ideas, che stanno già dando buoni risultati”.

Andrea Lasagna, Chief Technology Officer di Fastweb, ha rimarcato il primario obiettivo del gruppo controllato da Swisscom: “Continuiamo ad innovare con la prospettiva di diventare il primo operatore italiano pienamente convergente fisso-mobile entro il 2020 grazie alla futura rete 5G. A, per esempio stiamo sviluppando il primo use case costruito sulle reti di nuova generazione, e nel 2019 ne arriverano altri, con applicazioni dedicate a home security e trasporti”. Lasagna ha poi specificato che in Fastweb innovare significa non solo pensare al prossimo investimento tecnologico, ma anche e soprattutto a un ripensamento dei processi aziendali: “Siamo impegnati in un profondo percorso di Digital Trasformation che coinvolge tutti i dipartimenti attraverso una consapevolezza diffusa che è innanzitutto culturale e di leadership”.

Punto di vista condiviso da Benoit Hanssen, Chief Technology Officer di Wind Tre, per il quale oggi il compito del CTO ha prevalentemente a che fare con la capacità di indicare all’organizzazione la direzione in cui si stanno muovendo azienda e mercato sotto il profilo tecnologico. “Quello delle telco è un ruolo complementare rispetto a sviluppatori di soluzioni come Ericsson, e la tecnologia non è semplicemente il supporto per costruire servizi per gli utenti finali, ma lo strumento per cambiare o addirittura rivoluzionare i processi interni”. Come è successo dopo il merger che ha portato Wind e Tre a fondersi in un unico operatore. “In che modo il governo può sostenere l’innovazione nel nostro settore? Potrebbe per esempio introdurre un po’ di flessibilità rispetto ai limiti per le emissioni elettromagnetiche all’interno dei centri abitati, adeguandosi agli standard europei, per esempio. Molti siti, come i centri storici, potrebbero non essere raggiunti dai servizi 5G”.

Chiudendo la tavola rotonda Rino Buccio, Chief Technology Officer di Linkem, ha riportato il discorso sulla nuova mentalità che porta la cultura dell’innovazione: “Il cambiamento non è solo funzionale a differenziarci ed essere competitivi, implica anche che ci sia una nuova attitudine, la capacità di riconoscere dove si sta sbagliando nello sviluppo di tecnologie e servizi. Il 5G? È la naturale evoluzione di tutto quel che abbiamo fatto finora: non è semplicmente una tecnologia per il trasporto, è piena compenetrazione tra rete e contenuti, un modello integrato di sviluppare i servizi”.

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