In vetta a Wall Street tra le società che possono contare sulla più alta capitalizzazione di mercato da oggi c’è Google, che dopo una lunga rincorsa è riuscita a scalzare Apple (che era in testa dal 2011) dalla prima posizione. Il sorpasso è avvenuto nella notte, sulla scia dei risultati dell’ultimo trimestre, dopo la riorganizzazione delle attività della società e la creazione della holding Alphabet. Il valore di mercato raggiunto da Google è di 565 miliardi di dollari, contro i 540 della compagnia fondata da Steve Jobs. Facebook occupa li quarto posto spingendo verso il basso Exxon.
Rispetto a metà luglio infatti, quando Alphabet aveva presentato i conti del secondo trimestre, il titolo ha guadagnato il 28% mentre le azioni Apple hanno perso il 25% per via dei timori sul rallentamento delle vendite dell’iPhone. Nella storia di Wall Street Alphabet è così la dodicesima società statunitense a conquistare il titolo della maggior capitalizzazione al mondo, tra le quali anche Exxon Mobil, International Business Machines e Microsoft.
Alphabet ha beneficiato di conti in grande spolvero nel quarto trimestre e nell’intero 2015 in scia al core business di Internet, inclusivo del motore di ricerca, di YouTube e Android, che ha visto i ricavi annuali salire del 13,5% a 74,54 miliardi di dollari e l’utile operativo del 23% a 23,4 miliardi.
I vertici di Mountain View avevano deciso lo scorso anno di adottare una nuova struttura organizzativa, e di fornire più dettagli sull’andamento finanziario per rispondere alle richieste degli investitori di maggior trasparenza. Ieri sera così Alphabet ha per esempio comunicato per la prima volta ricavi, utile operativo e altri parametri sia per Google che per un gruppo di attività definite “Other Bets” come il progetto per i veicoli a guida autonoma.
I risultati trimestrali hanno registrato un andamento che ha battuto le attese del mercato: l’utile netto è salito da 4,68 miliardi a 4,92 miliardi, per un Eps in miglioramento da 6,79 dollari a 7,06 dollari. Al netto delle componenti atipiche, l’utile per azione si è attestato a 8,67 dollari, superiore agli 8,10 dollari previsti dal consenso degli analisti elaborato da Thomson Reuters. I ricavi sono saliti del 18% a 21,33 miliardi, contro i 20,8 miliardi delle attese.