A Milano Sistri in tilt: chiavette fuori uso

L’Unione Artigiani della Provincia denuncia difficoltà di accesso alla piattaforma e problemi con la registrazione dei dati. Si va avanti con il vecchio Mud, ma a fronte di costi aggiuntivi: “Costretti a pagare i nuovi tributi senza poter operare”

Pubblicato il 27 Apr 2011

L'adempimento di denuncia e smaltimento dei rifiuti cosiddetti
pericolosi è diventato un terribile rompicapo per le imprese
artigiane. A denunciarlo l'Unione Artigiani della Provincia di
Milano ai cui sportelli fioccano malumori e proteste. La data di
avvio del sistema telematico, il Sistri, ha già subito due
proroghe.

“Oggi – scrive in una nota l'associazione – a poco più di un
mese dalla nuova scadenza gran parte delle aziende che si sono
dotate, non senza problemi, della chiavetta elettronica per entrare
nel sistema, segnalano gravi difficoltà di accesso e prevedibili
problemi di registrazione dei quantitativi. Per ora le imprese
artigiane coinvolte nell'adempimento continuano ad utilizzare
il vecchio sistema del 2010 adoperando modulo Mud ma
paradossalmente hanno già dovuto versare i tributi previsti per
l'utilizzo del Sistri senza aver ancora potuto operare con il
nuovo sistema informatico”.

“Nel 2010 hanno dovuto versare un tributo di 120 euro uguale per
tutti, e tra pochi giorni, sempre il 30 aprile, dovranno versare
anche quello relativo al 2011 che però è differenziato per
tipologia di azienda e di rifiuti e per il quale, in extremis, il
Sistri ha annunciato una possibilità di conguaglio con quanto
versato lo scorso anno usando un modulo complicatissimo".
Insomma un vero e proprio caos, secondo l'Unione Artigiani
visto che complicazioni ed onerosità non sono ancora finite.
“Per quanto riguarda i rifiuti del 2011, e ammettendo che il
Sistri non subisca una nuova proroga, è probabile che le imprese
interessate, nel 2012, dovranno impegnarsi su un doppio binario:
usare a ncora il Mud per le registrazioni relative ai primi cinque
mesi di quest'anno e avvalersi del Sistri per i
restanti".

"Calcolando le aziende che producono rifiuti cosiddetti
pericolosi e quelle che provvedono a trasporto e smaltimento, sono
circa 6 mila in provincia di Milano e almeno 14-15 mila in
Lombardia le imprese artigiane coinvolte in questo pasticcio –
precisa Marco Accornero, segretario generale dell'Unione
Artigiani della Provincia di Milano – Purtroppo i fatti e le
numerose lamentele che arrivano ai nostri sportelli, confermano
quanto fossero fondate le nostre forti perplessità su un
meccanismo complesso, oneroso e finora gestito con approssimazione
dalle istituzioni preposte. Non discutiamo la validità
dell'idea di garantire una tracciabilità nel movimento di
certi rifiuti che, in grandi quantità, diventano talvolta
appetibili per avviare traffici illegali. Crediamo però che
risulti sproporzionato, eccessivamente complicato e costoso per
tante piccole imprese artigiane, peraltro non avvezze ad un uso
sofisticato della telematica”.

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