Giro di vite di Pechino nel controllo del web. Il governo centrale
ha annunciato la nascita di un Ufficio di Stato dell’informazione
su Internet, per la supervisione dell’attività online dei siti
per lo più americani che spingono per una libertà digitale poco
gradita all’apparato cinese. Lo scrive La Tribune, aggiungendo
che dopo il blocco di Google la museruola sarà adottata anche per
altri soggetti. L'obiettivo è controllare i 457 milioni di
internauti sotto la Grande Muraglia.
Nel dettaglio, il nuovo Ufficio di Stato dell’informazione su
Internet sarà responsabile di controllare, coordinare, indirizzare
la gestione dei contenuti online, e di trattare le autorizzazioni
amministrative destinate alle società che diffondono informazioni
sul web.
Oltre alle sanzioni, l’agenzia sarà responsabile di gestire
anche il business dei giochi, dei video e degli editori online. In
altre parole, nelle maglie del governo finiranno anche il motore di
ricerca Baidu, quotata al Nasdaq, e il social network Renren, che
la settimana scorsa è sbarcata in borsa a New York guadagnando il
28% al debutto.
Super sorvegliata sarà anche Tencent, fornitore di servizi di
instant messaging, il maggior gruppo internet del paese, di
proprietà di QQ, senza dimenticare Sina. A febbraio il governo
cinese ha censurato la pubblicazione online di tutte le
informazioni legate al rovesciamento del leader egiziano Moubarak.
Sul fronte televisivo, censurate le fiction poliziesce sostituite
da programmi patriottici in vista del novantesimo anniversario del
partito comunista cinese, da celebrarsi il primo luglio prossimo.