A Shanghai boom di presenze per “Italia degli Innovatori”

Oltre 200mila presenze nei primi cinque giorni della kermesse. Il consigliere del ministro Brunetta, Antonio Cianci: “La nostra tecnologia è all’avanguardia”

Pubblicato il 29 Lug 2010

Con oltre 200 mila visitatori nei primi 5 giorni, la mostra Italia
degli innovatori, si avvia ad essere uno dei principali successi
dell’Expo di Shanghai. L’idea di unire una mostra multimediale
che raccolga il meglio delle innovazioni italiane del passato e del
presente e un insieme di incontri tra gli innovatori italiani e le
principali realtà dell’industria e della ricerca cinese, sta
piacendo molto ai cinesi, che oltre a riempire la mostra, accorrono
numerosi ad incontrare le imprese italiane presenti a Shanghai per
il concorso Italia degli Innovatori.

Il motivo lo spiega Antonio Cianci, consigliere
del ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione
Renato Brunetta, ideatore del progetto: “Italia degli innovatori
nasce dalla volontà di offrire alle innovazioni italiane una
vetrina di altissimo livello per mostrarsi al grande pubblico
internazionale che sta visitando l’Expo, e per incontrare nuovi
partner con cui, se ci saranno le condizioni, sviluppare buoni
affari insieme. L’Italia è nota in Cina per il design, per i
prodotti di lusso e per il suo lifestyle.” – continua Cianci –
“Il nostro obiettivo e fare conoscere ai cinesi un’altra
Italia, fatta di tecnologia di altissimo livello, di innovazioni di
avanguardia anche in settori che spesso si pensa che siano di
appannaggio di altri paesi”.

Il progetto è partito lo scorso anno, quando sono state invitate
imprese, università e centri di ricerca italiani a segnalare al
ministero per la pubblica amministrazione e l’innovazione le loro
migliori innovazioni. Ne sono state selezionate 265 che sono
attualmente rappresentate a Shanghai.
“Oltre a realizzare una mostra che permettesse al grande pubblico
dell’Expo di conoscere un’Italia diversa dai soliti stereotipi,
un’Italia forte nelle tecnologie e nell’innovazione” –
prosegue Cianci – “ abbiamo organizzato, per gli imprenditori e
per i ricercatori che hanno partecipato, un insieme di incontri
business to business per favorire la reciproca conoscenza e,
perché no, per favorire lo sviluppo di buoni affari e di possibili
futuri guadagni”.
Con questa formula innovativa, che unisce cultura e business, si è
voluto offrire alla Cina una immagine diversa dell’Italia, legata
alle sue eccellenze tecnologiche, spesso poco conosciute. Il
format, come ha confermato ieri il prof. Sun Zhenhxin, direttore
generale dell’Association of Shanghai Science & Technology
Intitutes, rivolgendosi agli imprenditori italiani presenti a
Shanghai per l’iniziativa Italia degli innovatori, sta avendo
grande successo. “Quando conosciuto il dott. Cianci per il
progetto Italia degli innovatori pensavo che l'innovazione in
Europa fosse solo in Germania. Oggi grazie a questo progetto ho
capito, insieme ai miei colleghi, che l'Italia ha tantissimo da
dire e da fare nelle tecnologie.

La mostra, che presenta le innovazioni del passato e del presente
è molto istruttiva: non sapevo che il telefono, la radio, lo
scooter, l'energia atomica e il polietilene fossero state
inventate da italiani. Così come sono molto importanti gli
incontri tra le imprese cinesi e gli innovatori selezionati dal
progetto: non avevo idea di quanto l’Italia fosse
all’avanguardia in molti settori della tecnologia. Gli incontri
organizzati dal dott. Cianci con i più importanti centri di
ricerca di Shanghai e con le imprese cinesi non sono solo scambi di
bigliettini, come avevo immaginato, ma incontri seri tra gente
preparata che può, e che farà – ne sono convinto – buoni
affari”.

Il gradimento arriva anche dalle imprese partecipanti, come
conferma, ad esempio, Massimo Bernasconi, titolare della Cim, una
delle imprese selezionate dal concorso, che grazie alla sua vernice
antismog è tra le star dell’iniziativa: “Ci credevo molto
prima e ci credo ancor più ora, che ho visto con i miei occhi lo
svolgersi dell’iniziativa. Grazie a questo evento sono entrato in
contatto con importanti aziende cinesi, molto interessate ai nostri
prodotti”.
Se la mostra ha lo scopo di mostrare al pubblico dell’Expo i
tratti salienti dell’innovazione, gli incontri con le imprese
cinesi sono molto importanti, in quanto dallo scorso anno, a fronte
della riduzione della domanda internazionale, la Cina si è trovata
nella necessità di avviare un importante processo di supporto ai
consumi interni.

In questo scenario ribaltato, in cui i Paesi di tutto il mondo
stanno facendo a gara per proporsi come fornitori di tecnologie
alla Cina, l’Italia deve essere in grado di cogliere questa
“opportunità della crisi”. Lo spazio c’è. Il nostro Paese
è già oggi il quinto partner commerciale della Cina e nel 2010
questo è uno dei mercati in cui l’Italia sta crescendo di più.
Dal 2001, anno dell’ingresso della Cina nel Wto, l’interscambio
è passato da 7,8 miliardi di dollari ai 40 attuali, con una
crescita, nel primo trimestre del 2010, delle esportazioni italiane
verso la Cina del +24,7% sul 2009. E sono cifre ancora piccole,
rispetto al potenziale. Motivo per cui, la buona rappresentazione
che l’Italia sta dando di se all’Expo va sfruttata bene,
soprattutto nei settori legati al tema dell’Expo.
Questo progetto è il primo in cui si promuove l’innovazione
italiana sia facendo cultura, con la mostra dedicata al grande
pubblico che visita l’Expo, sia supportando le esportazioni,
mediante gli incontri tra gli imprenditori italiani e
l’establishment cinese, il tutto sotto il cappello del governo
italiano, fatto, questo, molto apprezzato sia dagli interlocutori
cinesi, sia dagli stessi imprenditori italiani che percepiscono
come la presenza, a loro fianco, del governo, li faciliti nei
rapporti con le aziende cinesi.

“Siamo convinti che ci sia un substrato di innovatori poco
conosciuto e vogliamo farlo emergere. Vogliamo valorizzare le idee
e ci sarà interlocuzione da parte del mio ministero con questo
tessuto di progettisti che continuerà nel tempo” afferma Cianci
– “I grandi eventi come l'Expo, hanno un impatto diretto,
immediato, che è quello che avviene durante le giornate
dell’esposizione, ma anche un impatto indiretto che è costituito
dai rapporti professionali, umani, culturali, economici ed
aziendali che rimangono dopo. L’Expo non finisce a ottobre. No,
rimarranno le relazioni, i beni relazionali, che sono uno degli
elementi che favoriscono la ripresa economica e lo sviluppo.

“Questo progetto, che il ministro Brunetta vuole estendere, nel
prossimo anno, oltre che alla Cina anche ad altri paesi come
Russia, India e Brasile, vuole essere una “fiera di persone”,
dove non sono esposti gli oggetti, ma gli uomini e le donne che
hanno messo in pratica grandi idee. Italia degli innovatori, grazie
all’Expo 2010 – continua Cianci – ha consentito a tante
aziende italiane di conoscere la Cina attraverso la porta
principale. E anche di mostrare al mondo cosa siamo veramente
capaci di fare”.
Non si tratta di una iniziativa mordi e fuggi. Come ha affermato
Renzo Turatto, Capo Dipartimento per la
Digitalizzazione e l’Innovazione: “Il progetto ha un respiro
più ampio ed è il primo passo di una politica di promozione
dell’innovazione italiana. Vuole dare visibilità internazionale
all’eccellenza tecnologica italiana, spesso nascosta e poco
visibile a livello istituzionale”.

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