Tempo di bilanci per ABB, la multinazionale svizzera dell’automazione e della robotica. Se il gruppo a livello mondiale chiude il 2014 in flessione con un calo dell’utile netto del 7% a 2,6 miliardi di dollari (il fatturato è sceso del 5% a 39,8 miliardi di dollari pur registrando ordini in aumento del 7%, facendo registrare 41,5 miliardi di dollari) la filiale italiana, guidata dal 1 gennaio da Mario Corsi ha fatto segnare il segno più praticamente su tutti gli indicatori: +17% per quanto riguarda gli ordini, a 2,481 miliardi di euro, e +13% per quanto riguarda il fatturato (che comprende anche quello delle recenti acquisizioni, come per esempio Power One), cresciuto a 2,372 miliardi di euro, con l’export che pesa per il 67% dei ricavi.
La conferenza stampa che si è tenuta stamattina a Sesto San Giovanni (MI), nella sede tricolore di ABB, non è però servita solo a comunicare i numeri del passato esercizio. In webcast da Zurigo, il ceo del gruppo Ulrich Spiesshofer ha tracciato le linee guida della strategia che il colosso tecnologico intende seguire nel prossimo quinquennio, annunciando al tempo stesso che al costante sforzo di razionalizzazione della spesa (ABB è riuscita a tagliare per il sesto anno consecutivo 1 miliardo di dollari di costi) corrisponderà un aumento dei dividendi per gli azionisti, con la proposta del consiglio di amministrazione di portarli da 70 a 72 centesimi per azione. Un ottimismo che il manager giustifica con la campagna 2014 di disinvestimenti da attività non core, in linea con l’ottimizzazione del portafoglio della multinazionale, e con un focus sempre maggiore su mercati che si riveleranno strategici nel lungo termine, a partire da Cina, India e Sud Est asiatico. In Giappone, dove i parametri economici sono meno entusiasmanti, ABB ha stretto un’alleanza con Hitachi per sviluppare insieme soluzioni dedicate alle utilities in un Paese alla ricerca di energie alternative – ma non meno efficienti – a quella nucleare.
In Italia, come detto, la situazione è più rosea, ma non per questo ABB ha intenzione di rallentare la corsa. Smart grid, automazione e Internet of things in chiave industriale e civile, sono le parole d’ordine del top management tricolore. “Ma la creazione del valore passa anche dalla sostenibilità del business”, ha dichiarato il ceo Mario Corsi. “Non ci sarà mai una soluzione unica per risolvere i problemi dell’impatto ambientale, ma noi vogliamo essere una delle risposte. I nostri programmi di riduzione dei consumi hanno portato a un incremento dell’efficienza energetica del 28%, il nostro know how e le nostre infrastrutture sono a disposizione di università e centri di ricerca impegnati sul tema delle smart city e stiamo anche implementando un programma di smart working che contiamo di estendere a gran parte dei nostri 6300 collaboratori”. Corsi ha anche precisato che ABB Italia ha investito nel 2014 il 3,2% del fatturato in R&D, contro il 2,8% dell’anno scorso, con 39 brevetti depositati (contro una media annuale negli ultimi cinque anni di 30 brevetti).
L’evento è stato anche l’occasione per presentate ufficialmente la partnership di ABB con Expo 2015 in qualità di sponsor ufficiale per l’automazione e la robotica. La tecnologia ABB verrà utilizzata all’interno del Future Food District, l’ambiente realizzato da Carlo Ratti, architetto e ricercatore del MIT di Boston, per esporre al pubblico dell’Esposizione universale le soluzioni che contraddistingueranno i supermercati del futuro. Tracciabilità e packaging ad hoc saranno gli elementi con i quali il gruppo svizzero contribuirà a renderà l’esperienza fruibile ai visitatori. “ABB diventa l’abilitatore di approccio robotico che aiuterà a comprendere l’evoluzione del modo in cui faremo la spesa”, ha detto Piero Galli, direttore generale Event & Entertainment di Expo 2015. “Fare acquisti in una maniera innovativa e consapevole è il primo passo per ridurre gli sprechi. Al Future Food District, proporremo una soluzione interattiva e ingaggiante, cercando di consumerizzare una tecnologia sperimentale”.
In effetti il robot che sarà presente in Expo a partire da maggio è un modello che ABB lancerà non prima di aprile. La macchina, denominata YuMi, rappresenta un concetto di automazione, che trascende l’applicazione nelle sole fabbriche e che muove i suoi primi passi nel settore retail, per l’appunto. Si tratta del primo robot collaborativo costruito a livello mondiale: con un peso di soli 35 kg, braccia realizzate in magnesio e velocità di movimento ridotta, può lavorare fianco a fianco degli esseri umani privo di gabbie protettive e senza per questo rappresentare una minaccia per l’incolumità di addetti ai lavori e clienti.
Come detto, l’altro grande tema su cui si sta concentrando ABB Italia è l’Internet delle cose. Durante la tavola rotonda Internet of things, People and Services, alcuni responsabili del business development della società hanno raccontato i progetti in via di sviluppo e già rodati relativi alle macchine intelligenti. Dalla domotica all’artigianato, dalla distribuzione energetica alla grande manifattura, non esistono praticamente limiti alla capacità che avranno gli oggetti di comunicare, facilitando il lavoro dell’uomo e ottimizzando risultati e consumo di risorse. “L’apertura a standard e protocolli è fondamentale”, ha spiegato .Riccardo Izzi, Building Automation Business Development manager, Low Voltage Products. “Attualmente non siamo in grado di capire qual è il confine tra gadget e prodotto del futuro, la contaminazione comincia ora e per questo anche noi dobbiamo essere disponibili a partnership esterne che in passato forse non avremmo potuto considerare. La parola d’ordine è coopetition, le barriere devono ridursi, dialogando con soggetti che a seconda della situazione possono essere competitor, system integrator e partner. È questa la premessa indispensabile perché esploda davvero l’Internet of things”.