Che il futuro stia nell’high tech, non lo mette in dubbio
nessuno. Per questo l’emirato di Abu Dhabi ha deciso di
scommettere 10 miliardi di dollari sui chip, prima fondando una sua
compagnia, in partnership con Amd, e poi strappando a Singapore la
Chartered Semiconductor. Uno shopping che ha messo in subbuglio il
mondo dei chip dove molti, secondo quanto riporta il New York
Times, si chiedono se la Advanced Technology Investment Company
(Atic), ovvero il braccio armato dello sceicco, abbia un piano
preciso o se si stia preparando per uno dei buchi nell’acqua più
grandi della storia dell’It.
L’idea che sembra stare dietro il piano di Abu Dhabi è quella di
presentare un chip-maker globale, in grado di produrre sia i
processori più nuovi che quelli un po’ più vecchi: infatti,
prima ha fondato assieme ad Amd, che rappresenta il secondo
manifatturiero di chip mondiale, la GlobalFoundries, una fabbrica
dove poter creare i processori di Amd e di altre aziende; poi, la
settimana scorsa, con l’acquisto fatto a Singapore, si è portata
in casa un marchio che, pur essendo ancora in competizione globale,
è rimasto indietro rispetto ai rivali per quanto riguarda la
possibilità di produrre i chip più avanzati. Insomma, quella
della Chartered Semiconductor sembra un’acquisizione fatta per
completare il portafogli prodotti e trovare più clienti.
“Il grande rischio sta nel prossimo passaggio tecnologico –
spiega Risto Puhakka, presidente della Vlsi Research, che analizza
il mercato dei chip – Se GlobalFoundries riesce a piazzarsi in
prima linea al momento del passaggio di tecnologia e a trovare
clienti oltre ad Amd per riempire le sue linee di produzione, la
scommessa di Abu Dhabi è vinta. Altrimenti, sarà come avere un
masso legato attorno al collo”.