Aiutare le persone diversamente abili ad avere una vita più facile sfruttando l’AI. Ci ha pensato Accenture, che in questi giorni nello stand allestito presso il Mobile World Congress di Barcellona permette di provare Drishti. Si tratta di una soluzione destinata agli ipovedenti sviluppata dall’Accenture Lab di Bangalore in collaborazione con la National Association for the Blind in India. Drishti in sanscrito significa “visione”, ma è anche l’acronimo di “Disambiguating Real Time Insights for Supporting Humans with Intelligence”, intesa come la capacità di rendere coerenti le informazioni acqusite. Drishti sfrutta le tecnologie di intelligenza artificiale, riconoscimento facciale e generazione del linguaggio naturale per acquisire informazioni, rielaborarle e fornire in tempo reale insight vocali utili a migliorare il quotidiano delle persone affette da un deficit delle capacità visive.
AI e riconoscimento facciale a portata di “tap”
Con un semplice tap sullo schermo dello smartphone, l’App mobile analizza la scena in cui si trova l’utente e gliela descrive in modo dettagliato (“Sul tavolo c’è uno smartphone Samsung nero”, “In strada sta passando un’automobile bianca tipo Sedan”). Gli indica quante persone gli sono vicine in quel momento, se sono sedute o in piedi, la loro età, se si tratta di uomini o donne… Ma, soprattutto, è in grado di comprendere (grazie ad algoritmi che mixano riconoscimento facciale e intelligenza artificiale) quali emozioni provano, se hanno un’espressione del volto felice, triste o se sono arrabbiate. Si tratta di una soluzione pensata per favorire l’inclusione delle persone ipovedenti e migliorarne la qualità della vita.
Drishti è integrabile con gli smart glasses connessi via Bluetooth allo smartphone, per aiutare l’utente a identificare gli ostacoli (una porta a vetri, per esempio) presenti su un tragitto da compiere a piedi. Ma l’App funziona anche come un traduttore audio di pagine scritte, grazie alle funzionalità integrate di riconoscimento ottico dei caratteri (OCR). La soluzione è stata sviluppata da Accenture nell’ambito della strategia Tech4Good, che si propone di trovare applicazioni delle tecnologie digitali di ultima generazione utili per risolvere complesse sfide sociali e umanitarie.