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Accessibilità digitale leva di business, come accelerare la roadmap



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Secondo un report Idc per il 42% dei ceo europei il raggiungimento degli obiettivi Esg è tra le priorità: formazione e tecnologia il mix ideale per consentire a tutti di dipendenti l’accesso agli strumenti e ai percorsi di innovazione

Pubblicato il 14 ago 2024



IDC accessibilità digitale

Le tecnologie sono un supporto importante per le organizzazioni per affrontare gli ostacoli o le lacune nell’implementazione dell’accessibilità digitale. Secondo Idc, i progressi nelle tecnologie, in particolare nell’Ai generativa, saranno utili nell’integrare ulteriormente l’accessibilità digitale nei processi, nei prodotti e nei servizi interni ed esterni, sostenendo i requisiti di accessibilità digitale per i consumatori e i dipendenti, che sono i “consumatori” della tecnologia all’interna di un’organizzazione.

Idc definisce l’accessibilità digitale come la possibilità di accedere in modo equo a tecnologie e servizi, indipendentemente da eventuali disabilità fisiche o neurodivergenze. In una nuova analisi, contenuta nel report “Digital accessibility in Europe in a nutshell”, fornisce una strategia in tre pilastri (Augmentation-Space-Culture) e una roadmap in cinque punti per avvicinarsi in modo incrementale e ottenere l’accessibilità digitale.

Accessibilità digitale nuova priorità tra gli obiettivi Esg

Per i dirigenti aziendali in Europa gli obiettivi Esg (ambientali, sociali e di governance) sono prioritari: nel “Worldwide Ceo Survey” di Idc condotto a febbraio 2024, il 42% dei ceo europei ha dichiarato che il raggiungimento degli obiettivi Esg è tra le loro prime 3 priorità. L’attenzione solitamente è maggiore sugli aspetti di sostenibilità ambientale e di governance; sul lato sociale le iniziative considerate più spesso si riferiscono tipicamente alla diversità di genere, all’inclusione, all’integrazione culturale e ad aree simili. In questo ambito è particolarmente rilevante per le imprese occuparsi dell’accessibilità degli spazi di lavoro digitali e dei luoghi di lavoro.

Numerose soluzioni hardware e software sono state immesse di recente sul mercato per aiutare le organizzazioni a colmare il divario di accessibilità digitale, ma ci sono ancora più tecnologie che non sono state progettate per questo scopo e che, tuttavia, nell’uso quotidiano contribuiranno a ottenere l’accessibilità digitale. Queste includono proprio lAi e l’Ai generativa, che sono state progettate come tecnologie general-purpose, ma che possono supportare la chiusura del divario di accessibilità digitale in numerosi casi d’uso.

I tre pilastri della strategia sull’accessibilità

Tre sono i pilastri di una strategia per la digital accessibility secondo Idc. Il primo è l’augmentation, che include le tecnologie che supportano le persone con diverse disabilità, con il chiaro obiettivo di dar loro più strumenti: per esempio, ci sono le soluzioni gesture-to-voice che aiutano le persone con difficoltà di parola a integrarsi sul posto di lavoro e nello spazio di lavoro, poiché la tecnologia facilita la comunicazione con persone che non sono esperte nella lingua dei segni.

Il secondo pilastro sono le tecnologie spaziali, che hanno l’obiettivo di supportare le persone con disabilità nell’accesso alle risorse dell’organizzazione e ad altre attività e compiti quotidiani. La firma elettronica, ad esempio, aiuta le persone con mobilità fisica ridotta a firmare digitalmente i documenti.

Il terzo pilastro è la cultura e qui la tecnologia svolge un ruolo secondario: si tratta, soprattutto delle iniziative che devono essere implementate dalle organizzazioni per creare un ambiente più digitalmente inclusivo: ad esempio, corsi di formazione e esperienze sul campo.

La roadmap verso l’accessibilità digitale: 5 step

Queste le raccomandazioni di Idc su come agire per avviare o migliorare l’approccio aziendale all’accessibilità digitale.

La prima è di valutare e controllare prodotti, strumenti e servizi interni ed esterni in ottica di accessibilità e adottare azioni correttive per garantire che tutti siano inclusi nell’utilizzo.

Il secondo passo è creare una solida community per aiutare l’organizzazione a soddisfare i requisiti di accessibilità.

Il terzo è fare attività di formazione sui temi dell’accessibilità e della Dei (diversity, equity, inclusion) con corsi generali obbligatori per l’intera forza lavoro e percorsi su misura che sono specifici per funzione o ruolo.

Occorre poi tenere il passo con il cambiamento delle tecnologie e dei requisiti normativi, garantendo la piena conformità alle norme locali e internazionali e assicurandosi che l’esperienza dei lavoratori e dei clienti soddisfi gli standard generalmente accettati.

Infine, ma non meno importante, la quinta raccomandazione è di passare a una mentalità accessibile-by-design, assicurando che le app, le piattaforme e il software sviluppati per uso interno, nonché i prodotti, i servizi l’esperienza del cliente, siano accessibili by design.

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