“L’accordo siglato da Facebook con l’Agenzia delle Entrate è un’ottima notizia, la diretta conseguenza della norma che ho fortemente voluto, la cosiddetta web tax transitoria che ha consentito l’accelerazione sugli accordi tra aziende a amministrazione fiscale”. Questo il commento di Francesco Boccia, deputato Pd e candidato alla segreteria del Partito Democratico, alla notizia dell’accordo tra Agenzia delle Entrate e l’azienda californiana.
“Ma ancora non basta – dice Boccia -, questa è solo la dimostrazione che l’evasione fiscale delle Over the Top esiste ed è una vera emergenza. Google, Facebook, Amazon sono benvenute nel nostro Paese ma solo quando si dichiarano italiane con la stabile organizzazione in Italia e pagano le imposte dirette e indirette delle imprese italiane. L’accordo di Facebook dimostra che l’evasione fiscale delle multinazionali del web resta un’emergenza globale e la politica appare ancora molto debole”.
“Oggi è Black Friday soprattutto per il fisco italiano – ha proseguito Boccia -. Giornata di offerte e promozioni che porteranno milioni e milioni di acquisti online; e per tutte quelle multinazionali del web che fanno business con il commercio online, Amazon su tutte, saranno per lo più esentasse. Non possiamo certamente definirla modernità, soprattutto se accanto alla più grande elusione fiscale della storia ci sono continui esempi di diritti negati, dagli orari di lavoro alle condizioni contrattuali, dal cottimo come principio di attività d’impresa a regole continuamente calpestate”.
Ma la politica è “ancora supina davanti ai grandi interessi del mercato”, è il j’accuse di Boccia: “La politica, soprattutto quella di sinistra, deve dire con chiarezza se si batte senza paura per l’equità. Se si sta con il piccolo commerciante o con le multinazionali del web che non vogliono la residenza fiscale in Italia ed evadono, dalla parte dei lavoratori o dei dividendi. Qui siamo in piena rivoluzione capitalistica con il lavoro che cambia ogni giorno e i diritti negati. Servono regole chiare, dal fisco al commercio alla logistica, alla privacy altrimenti è far west digitale”.
Facebook ha firmato un accertamento con adesione chiudendo così le controversie con l’Agenzia delle Entrate che riguarda alcune annualità del periodo 2010-2016. L’azienda pagherà per questo oltre 100 milioni di euro. Con l’adesione all’accertamento – sottolinea una nota dell’Agenzia delle entrate – Facebook Italy chiude la controversia relativa alle indagini fiscali condotte dalla Guardia di finanza e coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, per il periodo tra il 2010 e il 2016. “Il percorso di definizione tra Agenzia delle entrate e Facebook – prosegue la nota – si è basato su una parziale riconfigurazione delle contestazioni iniziali, senza alcuna riduzione degli importi contestati, e darà luogo ad un pagamento di oltre 100 milioni di euro complessivamente riferibili a Facebook Italy S.r.l.”.