Il governo pronto a delegare ad Agcom il delicato tema del copyright. Lo prevede una bozza che porta la firma del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Antonio Catricalà. Nel articolo 1 del testo si legge: "L’autorità amministrativa avente funzioni di vigilanza di cui agli articoli 14, 15, 16 e 17 del decreto legislativo 9 aprile 2003, n. 70, è l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. Alla predetta Autorità è altresì affidata la risoluzione extragiudiziale delle controversie aventi ad oggetto l’applicazione sulle reti telematiche della legge 22 aprile 1941, n. 633, e successive modificazioni. “
“Entro 30 giorni dall’entrata in vigore della presente legge – prosegue la bozza – l’Autorità adotta un regolamento che disciplina le procedure di notifica e rimozione dei contenuti in qualunque modo resi accessibili in Italia”.
Nell’articolo 2 si parla di “disabilitazione dell’accesso al servizio” quale misura primaria, cui fa seguito “solo se possibile” la disabilitazione dell’accesso “ai contenuti resi accessibili in violazione della legge”. L’Authority potrà ordinare la disconnessione da Internet di chi viene scoperto in violazione "nei casi di particolare gravità o di reiterazione delle condotte illecite".
Di contro, Agcom “promuove altresì iniziative atte ad incentivare l’adozione di codici di condotta che disciplinano i rapporti tra i titolari delle opere dell’ingegno e i prestatori di servizi, favorendo l’offerta legale dei contenuti nelle reti di comunicazione elettronica”.
Appena ieri il presidente dell’Authority, Corrado Calabrò, in audizione al Senato aveva auspicato che l’adozione del regolamento sul copyright fosse accompagnato da “una norma di legge predisposta dalla Presidenza del Consiglio. Una norma di interpretazione autentica che renda leggibile per tutti, e non solo per i giuristi, il combinato disposto delle norme sulle quali si fonda la nostra legittimazione ad intervenire”.
LE REAZIONI
Luigi Vimercati, Vincenzo Vita (Pd): “Notizie di stampa riportano di una bozza leggina che dovrebbe autorizzare Agcom a occuparsi del diritto d’autore su internet. Una leggina proposta non si sa bene da quale ministro. Ad una prima lettura appare una norma pericolosa che può dar adito ad un taglio fortemente censorio del futuro regolamento sul diritto d’autore. Un impianto che va oltre lo stesso prudente orientamento fin qui manifestato dal presidente Calabrò. Ribadiamo la necessità di una nuova legge di sistema sul diritto d’autore su Internet che riveda quella del 1941. Una nuova norma che si fondi sulla tutela dei diritti legittimi degli autori e sia rispettosa del diritto di libertà di informazione e di espressione dei cittadini sulla rete. Solo a valle dell’approvazione di una legge sarà possibile autorizzare Agcom ad emanare un regolamento ad essa coerente”.
Marco Scialdone (responsabile del team legale di Agorà Digitale) : “Si tratta di un vero e proprio capolavoro di pressappochismo giuridico che corre il rischio di vanificare le competenze delle altre autorità di garanzia, da quella della Concorrenza e del Mercato, a quella per la tutela dei dati personali. Non possiamo e non vogliamo credere che un governo tecnico possa adottare una disposizione del genere. Chiediamo a Monti di invertire la rotta e di uscire dalla logica emergenziale che ancora una volta la lobby dell’industria dell’intrattenimento vorrebbe imporre al Paese".