Il suo nome è legato alla storia della tecnologia dei personal computer come quello dei più noti Bill Gates di Microsfot e Steve Jobs di Apple ma era meno noto: Andy Grove, co-fondatore del colosso Intel e pionere dell’industria dei microchip è morto ieri all’età di 79 anni. Noto per il suo mantra “solo i paranoici sopravvivono” in questo mondo.
Ebreo, nato in Ungheria, scampò allo sterminio nazista, ma poi scappò negli Usa con l’occupazione sovietica. Le cause della morte non sono state rese note ma da tempo soffriva del morbo di Parkinson.
Nel 1956 fuggì in Austria, quindi negli Stati Uniti, dove si laureò in ingegneria chimica all’Università della California. Nel 1963 iniziò a lavorare alla Fairchild Semiconductor, dove fece studiò tecnologie che in seguito sarebbero state utilizzare per la produzione di microchip. Lì incontrò Noyce e Moore, che nel 1968 lasciarono la Fairchild per fondare Intel. Ben presto Grove si unì a loro. Nel 1979 divenne presidente dell’azienda che era diventata il maggior produttore al mondo di semiconduttori al mondo, nel 1987 amministratore delegato, nel 1997 ad e presidente. Quest’ultima carica la mantenne fino al 2004.
Grove, che nel 1997 fu “uomo dell’anno” di Time, fu inoltre autore del libro Only the Paranoid Survive, il suo motto, che spiega come prevedere e superare una crisi d’azienda. E mentore di grandi nomi della tecnologia, inclusi Larry Ellison, Steve Jobs e Mark Zuckerberg.
La sua idea di gestione aziendale era fondata sull’incoraggiare i dissidi, potremmo dire sul seminare zizzania, e sull’insistere affinché i dipendenti fossero sempre vigili nei confronti di qualsiasi cosa potesse nuocere a Intel. Questo lo portò ad essere volubile e a pretendere molto dai sottoposti di cui pensava che non facessero abbastanza. Nel 1981 arrivò a chiedere loro di lavorare due ore in più al giorno per lo stesso stipendio.
La sua scomparsa ha suscitato la commossa reazione di tanti nomi di primo piano del settore. A cominciare dall’amministratore delegato di Apple Tim Cook che l’ha ricordatocome “uno dei giganti tecnologici del mondo”, uomo che “amava questo Paese e incarnava l’America al suo meglio”.
“Mi piaceva lavorare con lui. E’ stato uno dei maggiori business leader del XX secolo”, ha detto il fondatore di Microsoft Bill Gates.