COME PASSARE ALL’AZIONE

Addio ai cookie di terze parti, sorpresa Italia: per metà delle aziende impatto positivo sul business

È quanto emerge da un’indagine di Capterra. Le imprese già al lavoro per mettere a punto nuove strategie di marketing per attrarre traffico di qualità sui propri siti. Numerosi i software e le piattaforme a disposizione sul mercato. Nel paper una ricognizione delle principali soluzioni

Pubblicato il 07 Feb 2024

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L’eliminazione dei cookie di terze parti – una decisione presa da Google per dare agli utenti più controllo sul tracciamento dei loro dati – ha un impatto sulle strategie di marketing delle aziende, ma non è necessariamente un cambiamento negativo: anzi, in Italia il 67% delle imprese non teme il cambiamento e la metà lo considera un’opportunità per creare valore, come emerge da una ricerca condotta da Capterra intervistando 258 professionisti di dipartimenti marketing o inerenti in Italia.

Nello studio Capterra ha analizzato le implicazioni per le aziende della fine dei cookie di terze parti e quali azioni potranno intraprendere per continuare a raccogliere dati rilevanti per il loro business e restare in contatto con gli utenti, unendo strategie e software dedicati.

Fine dei cookie di terze parti: opportunità per il business

Già da diversi anni Google ha dichiarato di voler eliminare i cookie di terze parti, mentre altri browser già li hanno eliminati. Le imprese, non potendo più fare affidamento sui cookie di terze parti per le loro strategie di marketing, dovranno trovare nuovi modi per raccogliere dati loro stesse o per comprarli da qualche altra azienda.

Le aziende italiane confermano che la raccolta di dati di terze parti è importante: il 68% degli intervistati dichiara che i cookie di terze parti sono “molto utili” per la strategia di marketing della propria azienda, mentre il 30% li considera “abbastanza utili”. I principali motivi per cui le aziende utilizzano questi dati sono per raccogliere informazioni generali sugli utenti e per creare pubblicità personalizzate (risposte selezionate dal 94% degli intervistati) e per tracciare il comportamento degli utenti (risposta selezionata dal 90% degli intervistati).

Tuttavia, l’utilità dei cookie di terze parti non è direttamente proporzionale al timore che questi scompaiano. Infatti, dalla ricerca emerge che il 67% dei marketer non sono “per nulla preoccupati” e solo il 5% si è dichiarato “molto” o “estremamente preoccupato” della scomparsa dei cookie di terze parti. Anzi, il 49% pensa addirittura che questo cambiamento avrà un impatto “molto positivo sul business dell’azienda” e solo il 5% prevede un impatto in qualche modo negativo.

Tre azioni da intraprendere: raccogliere più dati

Con la fine dei cookie di terze parti le aziende possono percorrere diverse opzioni per collezionare dati e continuare a creare strategie mirate che offrano agli utenti online risultati personalizzati.

Secondo lo studio di Capterra, tra le azioni che le imprese stanno pensando di implementare vi sono la creazione di contenuti protetti, l’investimento in nuove opportunità di marketing e, in generale, la ricerca di nuovi metodi per collezionare dati.

Raccogliere più dati è il punto di partenza obbligato. Capterra suggerisce, a tal fine, di creare dei programmi fedeltà, tramite i quali i consumatori forniscono volontariamente dati su se stessi in cambio di premi come sconti o buoni; oppure usare la raccolta dei feedback dopo la fruizione del servizio o acquisto del prodotto o nel momento del reso per farsi lasciare informazioni direttamente dagli utenti.

Rinnovare l’advertising con il software

Una seconda azione è quella di inventare nuove forme di pubblicità e strategie di marketing per raggiungere i propri obiettivi di business.

Per esempio, per delineare le proprie strategie di marketing le aziende possono sfruttare i software per marketing plan, che consentono di controllare tutte le fasi di un piano di marketing, creando delle roadmap, controllando il budget e il raggiungimento di ogni obiettivo e così via.

Per la gestione delle campagne pubblicitarie, le aziende possono invece affidarsi ai software per display advertising, i quali permettono di creare, distribuire e monitorare le campagne pubblicitarie digitali che includono banner, overlay o annunci multimediali avanzati.

Come usare i contenuti protetti e generare traffico di qualità

Una terza strategia per le aziende è quella di creare contenuti con accesso riservato. L’accesso ai contenuti protetti, spiega Capterra, consente alle imprese di collezionare dati di utenti realmente interessati al loro business, poiché sono questi ultimi che rilasciano informazioni personali utili alle profilazioni e al marketing, quali genere, età, email o numero di telefono in cambio dei contenuti forniti dalle imprese. I contenuti protetti possono essere Pdf, manuali, e-book, webinar o pagine personalizzate.

Per attrarre traffico di qualità sulla propria pagina, e soprattutto per attrarre gli utenti ad aprire contenuti protetti in cambio di dati, le aziende possono muoversi su più fronti. Possono adottare un software per la creazione di moduli personalizzati che raccolga tutte le informazioni che si desidera avere dall’utente, come email, numero di telefono, località, età, ecc. Possono anche applicare una solida strategia Seo sulla loro pagina con strumenti software ad hoc che cercano le parole chiave più adatte così che Google possa leggerle e inserire la pagina tra i primi risultati di ricerca. Si possono inoltre utilizzare dei tool per test A/B, così da vedere quali stili funzionano di più per la propria landing page e quali bottoni o caselle Cta vengono cliccati maggiormente dagli utenti.

Al di là di queste azioni, Capterra ritiene molto probabilmente necessario per molte imprese un potenziamento dei sistemi di Crm, perché un numero maggiore di informazioni verrà salvato internamente.

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