LO STUDIO ARUBA HPE

Digital workplace, non si torna più indietro. Ma è allarme cybersecurity

Uno studio di Aruba Hpe mostra il potenziale “nascosto” del digital workplace: dipendenti più soddisfatti e produttivi negli ambienti human-centric. Janice Le: “Consumerizzazione è già realtà”. Ma aumenta a dismisura il rischio di mettere i dati a repentaglio

Pubblicato il 04 Giu 2018

DXUE

SEBENIK – I dipendenti che lavorano nei luoghi di lavoro “digitali” non solo sono più produttivi, ma anche più motivati e soddisfatti. È quanto emerge dallo studio “The Right Technologies Unlock the Potential of the Digital Workplace”, presentato da Aruba società di Hewlett Packard Enterprise, in occasione dell’evento internazionale Aruba Atmosphere 2018 in corso a Sebenik, in Croazia.

Lo studio rivela sia i vantaggi aziendali sia quelli “umani” derivanti dall’adozione della tecnologia digitale per riprogettare le sedi lavorative. E di contro mostra come le aziende meno avanzate tecnologicamente siano a rischio competizione anche perché non in grado di attirare i migliori talenti. Le aziende – è emerso inoltre dalla survey che ha coinvolto circa 7mila dipendenti in 15 Paesi – devono però fronteggiare la questione sicurezza: un numero sempre più crescente di dipendenti “digitali” comporta un aumento dei rischi relativi alla protezione e alla gestione dei dati e delle informazioni.

Rivoluzionari digitali vs Ritardatari digitali

“Rivoluzionari digitali”: così Aruba Hpe identifica i dipendenti che lavorano in ambienti pienamente abilitati con le nuove tecnologie e che usano appieno le tecnologie. Questa tipologia ha il 51% in più di probabilità di soddisfazione lavorativa e il 43% in più di beneficiare dell’equilibrio tra vita lavorativa e vita privata rispetto a i cosiddetti “Ritardatari digitali” – coloro che hanno meno accesso alla tecnologia. I dipendenti “rivoluzionari” risultano motivati per il 60% in più. E aumenta fino al 91% la visione positiva dell’azienda per cui si lavora.

Il 65% ha riferito inoltre di aver registrato uno sviluppo e una crescita professionale attraverso l’uso della tecnologia digitale, rispetto al 31% dei ritardatari. Il 72% dei rivoluzionari ha segnalato una maggiore capacità di adottare nuove skill lavorative rispetto al 58% dei ritardatari. Il 73% registra inoltre un impatto positivo sulla propria produttività e il 70% ha citato una collaborazione migliorata grazie alle tecnologie digitali, contro il 55% dei ritardatari.

Se è vero che l’automazione può essere percepita come una minaccia per la conservazione del posto di lavoro, la ricerca rivela anche un certo entusiasmo nei confronti dell’evoluzione tecnologica. Il 71% degli intervistati ha dichiarato di essere favorevole ad un ambiente di lavoro completamente automatizzato che consenta alle organizzazioni di creare ambienti più intelligenti e più funzionali.

“Indipendentemente dal settore, stiamo assistendo a una riconsiderazione dei posti di lavoro in chiave human-centric. Le imprese si sforzano di soddisfare le aspettative in rapida evoluzione dei lavoratori “, spiega Joseph White, Director of Workplace Strategy, Design and Management, di Herman Miller. “Ciò dipende dal mix fra i progressi della tecnologia e le scienze cognitive che aiutano le persone a impegnarsi in modi nuovi. Ciò non significherà solo esperienze “premium” per gli individui, ma anche l’opportunità per le organizzazioni di attrarre e trattenere i migliori talenti”.

“La natura stessa del termine luogo di lavoro è in fase di trasformazione, poiché le aziende iniziano a rendersi conto che lo spazio effettivo è incentrato sull’esperienza e devono adattarsi a stili di lavoro che abbracciano generazioni e tipi di personalità”, sottolinea Francisco Acoba, Managing Director for Deloitte Strategy & Operations. “Ciò introduce nuovi processi in cui soluzioni IT, sistemi di costruzione e arredi interagiscono armoniosamente con gli esseri umani per creare nuovi spazi. Quando gli spazi diventano partecipanti attivi nell’esperienza utente ne beneficiano i profitti. Dopotutto, i lavoratori che si sentono a proprio agio in uno spazio svolgono i loro compiti. Chi non lo farà, passerà a un’opzione più invitante”.

Rischi emergenti: la sfida della cybersecurity

Lo studio ha anche rilevato che i dipendenti sono entusiasti delle nuove tecnologie e desiderano che i datori di lavoro ne forniscano di più. Quasi tutti gli intervistati (93%) ritiene che il posto di lavoro potrebbe essere migliorato grazie a un maggiore uso della tecnologia, mentre il 64% afferma che la propria azienda sarebbe rimasta indietro rispetto alla concorrenza se le nuova tecnologia non fossero state implementata. E sempre il 64% ritiene che l’ufficio tradizionale diventerà obsoleto a causa dei progressi tecnologici.

Lo studio ha però anche rivelato che la sicurezza informatica è una sfida per i datori di lavoro.

Sebbene i dipendenti abbiano segnalato livelli più elevati di consapevolezza in materia di sicurezza informatica (il 52% pensa spesso alla sicurezza o giornalmente), hanno anche ammesso di correre rischi maggiori con i dati e i dispositivi aziendali. E il 70% ammette comportamenti rischiosi come la condivisione di password e dispositivi. Il 25% dei dipendenti si è connesso a un Wi-Fi aperto potenzialmente pericoloso negli ultimi dodici mesi, il 20% ha affermato di utilizzare la stessa password su più applicazioni e account e il 17% ha ammesso di scrivere password per ricordarle.

La strada verso il futuro: ecco come progettare il digital workplace ideale

Adottare una strategia digitale per i luoghi di lavoro, progettare spazi digitali collaborativi e “incorporare” la sicurezza sin dall’inizio: sono queste le tre leve su cui le aziende dovranno fare forza, suggerisce Aruba Hpe. Riguardo alla strategia i reparti IT devono collaborare con i manager, gli utenti finali e tutte le parti interessate per definire una roadmap per l’evoluzione del posto di lavoro digitale. Ciò include anche l’implementazione di nuovi strumenti come sensori intelligenti e app mobili personalizzate per esperienze di lavoro sempre più personalizzate. Le aziende devono poi considerare come il posto di lavoro digitale si “estenda” oltre la sede principale per supportare lavoratori, partner e client. I leader IT devono pianificare e investire in un ambiente di lavoro senza frontiere.

Last but not least la sicurezza deve essere considerata parte integrante del progetto, tenendo conto dell’errore umano e dei cattivi attori. Per ottenere una sicurezza ottimale in grado di adattarsi a cambiamenti e incognite, l’IT deve guardare alle tecnologie emergenti nel networking, nel cloud computing, nell’AI e nell’apprendimento automatico.

“La consumerizzazione del posto di lavoro è molto reale. I dipendenti sono consumatori e portiamo le aspettative dei consumatori con noi al lavoro “, sottolinea Janice Le, Chief Marketer di Aruba Hpe. “Il posto di lavoro sta diventando più intelligente e, quindi, i dipendenti stanno lavorando in modo più intelligente”.

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