L’INTERVISTA

Adelante, Baroncelli: “Salto di qualità grazie al merger con Wiit”

In seguito all’acquisizione l’amministratore unico della holding toscana entra nel Cda della Cloud company con la responsabilità dei M&A sul mercato estero: “Guardiamo con interesse a Germania, Francia, Benelux e UK. Prime operazioni già entro la fine dell’anno”

Pubblicato il 27 Set 2018

baroncelli
Con il 2018 Adelante è entrata in una fase particolare: quella in cui si è troppo grandi per considerarsi una holding promettente, con le sue società specializzate in settori verticali come cloud computing, software custom, Bpo, Business intelligence e Unified communication & collaboration, ma troppo piccola per fare da sola il salto di qualità su mercati e con clienti più grandi. A risolvere la situazione è arrivata l’acquisizione da parte di Wiit, la cloud company italiana che sta vivendo un momento di rapida crescita, protagonista di una serie di takeover per fare un salto dimensionale anche fuori dai confini nazionali. A spiegare in un’intervista a CorCom il senso dell’operazione e le prospettive che apre è Francesco Baroncelli, amministratore unico della società, che dall’8 ottobre entrerà ufficialmente nel Consiglio d’amministrazione di Wiit con la responsabilità delle operazioni di Merger&Acquisition in Europa.
Baroncelli, come è nata questa operazione, cosa hanno in comune le due società?
Adelante è nata nel 2011, e nel 2017 si è trovata nella felice posizione di avere buone performance e voler capire “cosa fare da grande”. Quello che di sicuro non volevamo era rimanere nel mezzo, senza poter crescere ulteriormente, non essere più piccoli senza essere diventati grandi. Il contesto è quello di un mercato, quello del cloud e di tutto ciò che è collegato al cloud, che si sta consolidando e che sta diventando sempre più professionale: il livello si sta alzando e i clienti sono progressivamente sempre più consapevoli. Le possibilità che si aprivano per dare vita a un percorso di ulteriore crescita, anche in conseguenza del nostro inserimento nel programma Elite di Borsa Italiana, erano di acquisire altre aziende per arrivare a una massa critica maggiore, o di dare vita a una partnership con un operatore industriale compatibile. Abbiamo deciso in pochissimi mesi, anche perché l’offerta messa in campo da Wiit era difficile da rifiutare. Non soltanto per l’aspetto economico, ma anche perché Wiit ha dato fiducia all’intero management e al progetto di Adelante, che continuerà a esistere con il suo brand e con il suo staff, mettendo in campo 4 milioni e mezzo di euro destinati allo sviluppo delle nostre attività.
Qual è il valore aggiunto che otterrete reciprocamente grazie a questa acquisizione?
Wiit è un punto di riferimento nel nostro mercato, un’eccellenza che può contare su un data center tier 4: parliamo dell’azienda più certificata al mondo su Sap. Sono partiti come noi dal programma Elite, sono quotati all’Aim e ora guardano con attenzione al segmento Star. Alessandro Cozzi, Ad di Wiit, che è nata nel 2000, ha detto di Adelante che gli ricorda Wiit come era otto anni fa, e di sapere come accelerare il nostro percorso di crescita. E’ stata una scelta improntata al reciproco dinamismo, basata su un programma di sviluppo europeo molto importante. Tra i vantaggi reciproci c’è l’ampliamento della base di mercato, dal momento che Wiit è posizionata su clienti di grandi dimensioni, tra i quali alcuni brand top in Italia, che hanno bisogno di business continuity vera, basata su Sap. Adelante dal canto suo è posizionata sugli stessi temi ma guarda ad aziende di più piccole dimensioni. Questa acquisizione consente così di allargare il mercato in Italia, frazionando il rischio, e offrendo nuove opportunità a tutti i nostri partner. Loro sono il top sui temi di platform Sap, noi siamo forti sulla parte tlc e data center, e portiamo in dote una sede in Albania che può essere d’aiuto anche a livello di sviluppo delle soluzioni, con skill elevate e ad alta efficienza di costo.
In conseguenza dell’acquisizione lei entrerà anche nel Cda di Wiit con una delega “pesante”…
L’ufficialità arriverà il 9 ottobre, con l’ingresso in Consiglio d’amministrazione e la delega alle acquisizioni. Sarà un’occasione stimolante per operare a livello europeo, ma abbiamo iniziato a muoverci da luglio identificando una decina di target in Germania e in Francia, mercati a cui guardiamo con attenzione insieme a quelli di Benelux e Regno Unito. Abbiamo capitali e risorse finanziarie per obiettivi che abbiano un fatturato compreso tra i 10 e i 20 milioni di euro.  Guardiamo all’Europa non per aprire una piccola sede commerciale, ma per fare un salto di qualità, e siamo animati da una grande determinazione. La prima acquisizione del nostro piano di buid-up sarà fondamentale, e per questo ci muoviamo con grande cura: sto leggendo tonnellate di documentazione, ma mi piace sottolineare che per un’azienda italiana, di quelle abituate ad avere i giganti stranieri in casa, poter pensare a una crescita all’estero è un passo estremamente significativo. Siamo l’esempio di un’azienda italiana nel nostro settore che non viene comperata dall’estero ma che ha un programma di sviluppo paneruopeo, offrendo nuove opportunità ai manager e agli azionisti.
Su quali basi sceglierete le società da acquisire all’estero?
Nelle nostre linee guida, potendo scegliere, il primo elemento è il data center, dal momento che i servizi mission critical, replicando quanto successo con Wiit in Italia, hanno bisogno di un data center di proprietà, che abbia le migliori caratteristiche tecniche possibili. Sappiamo già che in Germania non ce ne sono di classificati Tier 4, quindi saranno necessari investimenti per fare l’upgrade, e che alcune aziende sono troppo grandi per poter pensare a un takeover. Partendo da questo dobbiamo andare a mettere uno sull’altro i mattoncini per costruire ciò che abbiamo in mente. Guardiamo inoltre a un’attività che abbia una discreta redditività e un discreto portafoglio clienti, che non siano altri provider, ma clienti finali, magari nel manufacturing, perché quella sarà un’ottima base per fare upselling. Infine, ci interessano aziende che si occupino già di servizi gestiti. Lo spazio per la nostra offerta in Germania, per fare un esempio, ci sembra ampio: se in Italia infatti ci sono 2mila aziende che potrebbero potenzialmente essere nostri clienti, in Germania – pur in presenza di un mercato più competitivo – ce ne sono 20mila. Tra l’altro la presenza massiccia in Germania di Sap renderà possibili sinergie di costo che ci permetteranno di mettere in campo un’offerta molto completa e competitiva. 
Che tempi vi siete dati per la prima acquisizione all’estero?
Ci sarà da vedere come il mercato risponderà, ma confidiamo nella nostra caratteristica di erogare servizi di qualità, dove la credibilità e il trust sono fondamentali. Ci siamo dati tempi brevissimi, se riusciamo a trovare il target “ideale” vorremmo chiudere entro la fine dell’anno, o al massimo entro il primo semestre del 2019

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Antonello Salerno
Antonello Salerno

Professionista dal 2000, dopo la laurea in Filologia italiana e il biennio 1998-2000 all'Ifg di Urbino. Ho iniziato a Italia Radio (gruppo Espresso-La Repubblica). Poi a ilNuovo.it, tra i primi quotidiani online nati in Italia, e a seguire da caposervizio in un'agenzia di stampa romana. Dopo 10 anni da ufficio stampa istituzionale sono tornato a scrivere, su CorCom, nel 2013. Mi muovo su tutti i campi dell'economia digitale, con un occhio di riguardo per cybersecurity, copyright-pirateria online e industria 4.0.

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