La crisi ha cambiato i consumi degli italiani, dirigendoli verso il massimo risparmio possibile. Molti di loro hanno scoperto il couponing, ovvero il sistema di acquisto online a prezzi stracciati attraverso siti dedicati. Basta prendere la carta di credito o la prepagata abilitata per le transazioni sul web e comprare ogni tipo di bene o servizio: dalla vacanza alla visita dentistica, passando per l’ultimo modello di smartphone.
Eppure non è tutto oro ciò che luccica, stando ai dati appena diffusi da Adiconsum. L’associazione dei consumatori rivela che, su 2.197 segnalazioni giunte all’Osservatorio, ben il 76% conteneva un reclamo sui disservizi legati al couponing, mentre il restante 24% presentava lamentele sulle proprie esperienze nell’e-commerce in generale.
In particolare, l’acquisto dei beni dà più grattacapi agli italiani che comprano online (il 69%), seguito dai servizi e dagli abbonamenti (visite specialistiche e palestre ad esempio, per il 22% delle segnalazioni). Il 5% dei problemi deriva dalla scarsa efficienza dei servizi post-vendita e il 4% dai servizi turistici.
Il social shopping, cioè la pratica di comprare online consigliando ad amici, conoscenti e persone con interessi comuni gli stessi articoli, non riserva sorprese migliori. Anche qui la maglia nera va agli acquisti di beni (60%), mentre i servizi in generale non soddisfano il 27% dei consumatori. Seguono i servizi turistici (10%) e la poca attenzione alla clientela (3%).
“I dati del nostro Osservatorio dimostrano che il mondo dell’e-commerce deve regolamentare il settore del social shopping, poiché questo incrementa la sfiducia del consumatore verso tutto il comparto. Occorre poi perseguire ed impedire l’attività di quei siti che nascono allo scopo di ingannare i consumatori. L’alto numero di segnalazioni pervenute denota l’esigenza del consumatore di ricevere adeguata informativa ed assistenza”, ha commentato Pietro Giordano, segretario generale Adiconsum.
Giordano ha rilanciato la sfida a Netcomm, il consorzio che include la maggior parte dei siti di e-commerce e social shopping. Adiconsum ha sottolineato l’urgenza di avviare al più presto i lavori per un protocollo comune e per individuare le best practices delle imprese, al fine di incrementare la tutela dei consumatori.