Finisce in Cina il software sfuggito di mano all’azienda italiana Hacking Team. Secondo quanto riferisce il sito South China Morning Post, ben due gruppi di hacker operativi nel Paese asiatico avrebbero usato gli strumenti messi in rete dopo l’attacco informatico alla società milanese per sferrare attacchi cybercriminali. In particolare gli hacker avrebbero approfittato di alcune falle del programma Flash di Adobe, già venute alla luce da qualche giorno. Sempre secondo quanto si legge sul sito cinese gli hacker cinesi si sarebbero intrufolati in Flash in particolare per colpire specifici settore, dalle telecomunicazioni all’erospazio, dalla difesa all’energia.
Le falle in Adobe stanno facendo lievitare le disinstallazioni della piattaforma da parecchi utenti e in Rete sono centinaia i “tutorial” che invitano a rimuovere il software. E si stanno muovendo anche le aziende: Mozilla, ad esempio, ha già deciso di disattivarlo da Firefox. Su Twitter il nuovo responsabile sicurezza di Facebook, Alex Stamos, ha detto che è ora che Adobe decreti la fine di Flash.
Intanto è stata anticipata a stamattina l’audizione in Procura, da parte del pm Alessandro Gobbis dell’Ad dell’azienda italiana David Vincenzetti. Il manager è parte offesa nell’indagine scattata dopo la denuncia da lui stesso presentata circa 2 mesi fa contro alcuni suoi ex dipendenti accusati di aver sottratto dal server aziendale alcuni codici sorgente. In totale sono 6 le persone (tutti ex dipendenti ed ex collaboratori di Hacking Team) finite sotto indagine con le accuse di accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreto industriale. E l’audizione odierna di Vincezetti potrebbe aver riguardato anche il secondo filone di inchiesta che punta a far luce sull’azione di hackeraggio che ha colpito Hacking Team. Il reato ipotizzato, al momento contro ignoti, è accesso abusivo al sistema informatico.
Guido Landi e Mostapha Maanna, due ex dipendenti indagati hanno chiesto al pm di Milano di essere ascoltati nei prossimi giorni.Vincenzetti ipotizza che siano riusciti a impadronirsi del codice sorgente necessario per replicare i software creati da Hacking Team, utilizzandolo per le proprie attività. L’azienda nei giorni scorsi da un attacco informatico che ha portato alla violazione di 400 gigabyte di dati riservati
custoditi nel suo server interno, alla loro pubblicazione su Wikileaks, nonché alla parziale rivelazione del codice sorgente di “Galileo“, programma utilizzato da governi e forze dell’ordine di tutto il mondo.