Continua la crisi del settore pubblicitario: l’andamento dei ricavi mostra una continua riduzione, passando dai 9,8 miliardi del 2010 ai 7,4 miliardi del 2014 (rispetto al 2013 il calo è contenuto a 54 milioni). Ma cresce la quota dell’adv online. E’ quanto emerge dalla Relazione annuale dell’Agcom secondo cui il valore complessivo della pubblicità online, dopo una leggera flessione nel 2013, è tornato a crescere del 7% nell’ultimo anno, andando a rappresentare il 10% del Sic. Gran parte di tale crescita è attribuibile all’incremento (del 13%) delle inserzioni pubblicitarie di tipo display (soprattutto di social) e video.
I ricavi pubblicitari di internet nel 2014 hanno sfiorato, in Italia, il 50% dei ricavi pubblicitari dell’insieme delle televisioni italiane. La raccolta della pubblicità online l’anno scorso è stata di 1,632 miliardi contro un fatturato delle televisioni di 3,302 miliardi: passando dal 45,4% al 49,4%.
Il fatturato complessivo del settore è stato di 7,4 miliardi. I quotidiani sono scesi sotto i 900 milioni, a 859. La radio è rimasta stabile a 453 milioni dai 460 del 2013. I periodici si sono fermati a 673 milioni dai 784 dell’anno precedente.
Per quanto riguarda la tv, la componente pubblicitaria rappresenta la fonte di ricavo prevalente, pesando per oltre il 40% sulle entrate complessive. Un’incidenza non molto inferiore (37%) è esercitata dalla pay tv, mentre il canone rappresenta il 19%.
Nell’editoria i ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria si riducono del 9% (da 941 a 859 milioni di euro). Gli introiti derivanti dall’utente valgono 1,2 miliardi, con una perdita di 30 milioni (-2%): in flessione in particolare i ricavi da vendita di copie (-4%, pari circa a 40 milioni).
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