TURISMO DIGITALE

Affitti brevi e piattaforme online: via all’accesso ai dati da parte delle autorità

Raggiunto l’accordo fra Consiglio e Parlamento Ue per sostenere gli Stati membri nella regolamentazione dei servizi. Requisiti di registrazione armonizzati per gli host con l’obiettivo di migliorare la raccolta e la condivisione delle informazioni che saranno condivise tra le amministrazioni per combattere le pratiche illegali

Pubblicato il 16 Nov 2023

Assoprovider turismo

L’Unione europea è vicina all’approvazione di nuove regole per il settore degli affitti brevi, dominato ormai dalle grandi piattaforme digitali come Airbnb e Booking. Il Consiglio e il Parlamento Ue hanno, infatti, raggiunto un accordo provvisorio sul progetto di regolamento sulla raccolta e condivisione dei dati per i servizi che forniscono appartamenti e stanze per permanenze brevi.

“La proposta di regolamento mira ad aumentare la trasparenza nel campo degli alloggi a breve termine e ad aiutare le autorità pubbliche a regolamentare questa parte sempre più importante del settore turistico”, si legge nella nota del Consiglio.

L’accordo provvisorio sostiene i principali obiettivi del regolamento, ma introduce una serie di miglioramenti: in particolare, i colegislatori hanno accettato di allineare il nuovo regolamento alle pertinenti disposizioni della legge sui servizi digitali (Digital services act) e la direttiva sui servizi (Services directive).

Le nuove regole per gli affitti brevi

Le nuove norme introducono requisiti di registrazione armonizzati per gli host e le proprietà in affitto a breve termine, inclusa la concessione di un numero di registrazione univoco da visualizzare sui siti web delle proprietà, volti a migliorare la raccolta e la condivisione dei dati dagli host e dalle piattaforme online.

I dati generati saranno condivisi tra le pubbliche amministrazioni di tutta l’Ue, alimentando le statistiche sul turismo e consentendo alle amministrazioni di combattere l’offerta illegale. “Nel complesso, ciò contribuirà a un ecosistema turistico più sostenibile che supporti la transizione digitale”, afferma il Consiglio.

L’accordo provvisorio, oltre all’allineamento col Dsa, aggiunge queste misure: le piattaforme saranno tenute a trasmettere i dati delle attività alle autorità pubbliche su base mensile (tranne le piattaforme online piccole e micro, che trasmetteranno l’attività ogni tre mesi); gli Stati membri creeranno punti di ingresso digitali unici per la raccolta e lo scambio di informazioni continuativa. Saranno interoperabili e garantiranno la protezione dei dati.

Turismo digitale più sostenibile

“Sebbene le prenotazioni di alloggi a breve termine offrano vantaggi sia per gli host che per i turisti, possono essere motivo di preoccupazione per alcune comunità locali alle prese, ad esempio, con la mancanza di alloggi a prezzi accessibili”, spiega il Consiglio.

“L’accordo è vantaggioso per tutte le parti”, ha sottolineato Rosana Morillo Rodriguez, Segretaria di Stato spagnola ad interim per il turismo: “Il nuovo regolamento crea un unico e facile insieme di regole informative per le piattaforme e facilita le procedure di registrazione per gli host. Una maggiore trasparenza aumenterà la fiducia dei viaggiatori e aiuterà le autorità a progettare politiche turistiche migliori, per garantire la sostenibilità sociale e ambientale, contribuendo al contempo a controllare le attività illegali”.

L’accordo provvisorio raggiunto con il Parlamento europeo deve ora essere approvato e formalmente adottato da entrambe le istituzioni. Il nuovo regolamento si applicherà 24 mesi dopo la sua entrata in vigore.

La stretta in Italia

In Italia il governo ha predisposto un ddl sugli affitti brevi per regolare il fenomeno dei soggiorni-lampo esacerbato dalle piattaforme digitali di sharing. La stretta era stata prefigurata fin da maggio e include misure quali l’obbligo nei centri storici delle città metropolitane di affittare gli immobili per almeno due notti, introduzione di un Codice identificativo nazionale, banca dati degli immobili ad uso abitativo messi in affitto a fini turistici e multe per mancato rispetto delle norme.

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