POLITICA ECONOMICA

Affondo di Calenda contro Amazon: “Non ha nulla a che fare con il libero mercato”

Il ministro va giù duro: “Stiamo pagando a questa azienda il monopolio internazionale. E’ un pezzo di capitalismo che distrugge se stesso”. Intanto il colosso dell’e-commerce si rafforza nel business delle consegne e si lancia nel settore sanitario. Vatalaro: “Un caso unico al mondo”

Pubblicato il 21 Feb 2018

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Amazon con il libero mercato non ha nulla a che fare“. E’ l’affondo del ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che intervenendo a un convegno su Impresa 4.0 a Varese ha detto senza mezzi termini: “Gli stiamo pagando il monopolio internazionale. Quelle cinque aziende (il riferimento è genericamente a Google, Apple, Facebook, Microsoft e, appunto, Amazon) stanno facendo fuori tutti gli altri competitori. E’ un altro pezzo di capitalismo che distrugge se stesso”.

In questi ultimi mesi il colosso dell’e-commerce è impegnato a rafforzare il business delle consegne, mettendo in allarme competitor del calibro di Poste – l’Ad, Matteo del Fante, ha lanciato l’allarme su una possibile posizione di monopolio – ma si è anche lanciato in nuovi settori come la sanità.

E’ di questi giorni tra l’altro la notizia di come Amazon si prepari a dare ulteriormente l’assalto al settore farmaceutico e alla vendita al dettaglio dei medicinali. In attesa di vendere farmaci con prescrizione la società presenta una linea di “prodotti per la salute” prodotti da altre case farmaceutiche – come Perrigo – che ora diventerebbero a “marchio” Amazon. Un’iniziativa che potrebbe scatenare una guerra di prezzi con le numerose pharmacy americane. L’arrivo di Amazon in questo settore potrebbe mettere in crisi il mercato delle farmacie, che basano i loro guadagni non solo sulla vendita di medicinali ma anche su quella di altri prodotti che si possono trovare anche al supermercato. Già ad agosto la società aveva messo sul mercato Basic Care, una linea di farmaci di base, come l’ibuprofene e i prodotti per la crescita dei capelli. Sempre nell’ambito dell’industria sanitaria, a gennaio Amazon aveva annunciato la partnership con J.P. Morgan e Berkshire Hathaway per creare una divisione con cui ridurre i costi dell’assistenza sanitaria per i propri dipendenti.

Per ora La società punta a fornire prodotti agli ospedali e alle cliniche ed espandere le sue attività B2B note come “Amazon Business”. In pratica, gli ospedali potrebbero acquistare quello di cui hanno bisogno in uno specifico marketplace.

La notizia assume ancora più rilevanza se si pensa che nelle scorse settimane Amazon, JP Morgan e Berkshire Hathaway hanno annunciato un’iniziativa congiunta volta a ridurre i costi dell’assistenza sanitaria per i propri dipendenti e potenzialmente per ogni americano. Le tre aziende si sono alleate per dare vita a una società “indipendente” il cui scopo è ridurre i costi delle prestazioni sanitarie e semplificare il sistema dell’healthcare tramite le tecnologie digitali.

Come noto, la copertura sanitaria negli Stati Uniti, dove l’assistenza pubblica è ridotta, è affidata a polizze private, spesso fornite tramite il datore di lavoro. Amazon, Berkshire e JPMorgan hanno complessivamente 1,2 milioni di dipendenti negli Usa e sono fra le società che valgono di più con una capitalizzazione complessiva di 1.600 miliardi di dollari.

 Molti investitori sono pronti a credere che l’alleanza dei tre big sarà una vera forza disruptive sul mercato della salute e che il  loro peso nel settore tecnologico non lascerà scampo ai player tradizionali.

Il successo di Amazon è frutto di un modello unico al mondo. Lo spiega bene Francesco Vatalaro, professore ordinario di Telecomunicazioni, Università di Roma Tor Vergata, che definisce la società “monopsonista-monopolista”.

“Amazon mette in contatto direttamente l’autore o l’editore con il cliente e, dunque, assicura visibilità anche a prodotti editoriali di nicchia che altrimenti non potrebbero neppure giungere sul mercato – spiega l’esperto – Nella vendita dei libri già da tempo Amazon rappresenta un intermediario attraverso cui transitano percentuali altissime di volumi (ben oltre il 90%). Questo dà ad Amazon un potere immenso verso i produttori e gli editori (ossia nel mercato a monte), in particolare per definire i prezzi di vendita, stabiliti da Amazon in modo da essere fortemente competitivo con le piattaforme residuali e con i venditori di libri di strada”. Questo strapotere di mercato a monte prende appunto il nome di monopsonio. Viceversa, nel caso della generalità dei prodotti in vendita direttamente sui mercati retail di cui si è detto, “lo strapotere di mercato si manifesta a valle, ossia verso il cliente finale: si tratta quindi di monopolio”, sottolinea.

Dalla combinazione di dominanza a valle e a monte, scopriamo quindi che Amazon sempre più tende a divenire, a livello mondiale grazie all’impiego della sua piattaforma di e-commerce, un caso unico nella storia dell’economia moderna. “Non si è mai visto un caso di questo tipo che è quindi una singolarità economica a cui, probabilmente, neppure i grandi padri dell’economia avevano pensato – evidenzia Vatalaro – Un monopolista-monopsonista globale, potenzialmente in grado di intervenire su tutti i comparti retail, ossia per ogni prodotto in vendita, a cui si aggiunge la forte crescita di presenza nella logistica e nel trasporto. In considerazione dello sviluppo anche dei servizi cloud e simili (Amazon Web Services), è pensabile che questo colosso possa finire, in futuro, con lo schiacciare anche gli altri attuali big player nel mercato dei servizi Web”.

Di qui la necessità di un intervento Antistrust a livello europeo.  “Speriamo, dunque, che il Commissario Margrethe Verstager voglia interessarsi a problemi quale quello della dominanza simultanea nei mercati a monte e a valle che a me pare di rilevanza straordinaria”, conclude l’esperto.

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