È Mauro Lorenzoni della Consob, e non Francesco Sclafani, come invece si legge in alcune indiscrezioni di stampa, il terzo in corsa alla poltrona di segretario generale di Agcom. Gli altri due nomi in campo sono quelli di Veca Bernadette responsabile in forze alla Direzione Generale per la Regolazione e i Contratti Pubblici al ministero delle Infrastrutture, e Stefano De Capitani, direttore del Csi Piemonte (ed ex amministratore delegato di Insiel).
Dovrebbe essere dalla short list che il Consiglio di Agcom, su proposta del presidente Angelo Marcello Cardani, farà la scelta del successore di Roberto Viola, volato a Bruxelles come vicedirettore generale della Direzione generale Communications Networks, Content and Technology della Commissione Ue. Un incarico delicatissimo – si parla del segretario generale come del futuro “presidente ombra” di Agcom – soprattutto in un momento, come quello attuale, di ridefinizione degli equilibri politici alla luce dello stallo di governo.
La prima selezione è stata effettuata sui cento nominativi di candidati giunti sul tavolo di Agcom. Successivamente è stata operata una seconda scrematura che ha portato alla rosa dei tre papabili. Il filtraggio di nomi è stato attuato dal presidente Agcom Marcello Cardani insieme a Egon Zehnder, società specializzata nella valutazione e reclutamento di responsabili business, all’ex presidente dell’Antitrust e giudice Costituzionale, Giuseppe Tesauro. “La procedura di selezione non è costata nulla perché l’apporto di Egon Zehnder come quello di Tesauro sono avvenuti a titolo gratuito”, fanno sapere ag Agcom. Più oneroso (48.000 euro, sembra) è invece l’incarico affidato al docente della Bocconi Giovanni Valotti per fare una analisi dell’attuale struttura organizzativa di Agcom e, se del caso, proporre al Consiglio e al futuro segretario generale misure di riorganizzazione che consentano di rendere più efficiente la macchina operativa dell’autorità.
Ma già da un lato si sollevano critiche per i criteri di selezione e per l’esclusione di scelte “interne”, considerata non certo vincente in un periodo di spending review. E dall’altro si vocifera su aspetti in chiaroscuro che potrebbero mettere a rischio la short list. Nel curriculum di Bernadette mancherebbero ad esempio gli otto anni di mansioni a livello dirigenziale previsti dal bando. Nel passato di Lorenzoni spicca un ricorso contro la Consob, per un “declassamento” subìto, in seguito al quale è stato reintegrato nel ruolo attualmente occupato (responsabile divisione Tutela del consumatore). Su De Capitani vi è stata un’inchiesta della magistratura di Torino, in quanto legale rappresentante di Csi, ma la sua posizione è stata stralciata dal provvedimento giudiziario che ha visto il rinvio a giudizio degli altri indagati. Inoltre, si evidenzia come all’interno del curriculum vitae del manager ci sia “soltanto” la presenza di una laurea triennale.
Secondo il nuovo regolamento approvato lo scorso 8 novembre (proprio alla vigilia dell’invito alla manifestazione di interesse che ha lanciato la gara per la successione a Viola) il “Segretario generale risponde al Consiglio del complessivo funzionamento della struttura, assicura il coordinamento dell’azione amministrativa e vigila sulla efficienza e sul rendimento della Direzione e dei Servizi dell’Autorità”.
Del resto secondo il nuovo regolamento il profilo del prescelto deve essere impeccabile. E non solo per reggere a polemiche e strumentalizzazioni, quasi sempre inevitabili in questi casi, ma anche per assicurare il buon funzionamento dell’Authority.
Non a caso è previsto che il segretario generale venga scelto “tra persone di elevata e comprovata qualificazione professionale” nonché “di indiscussa moralità e indipendenza, che abbiano ricoperto incarichi di direzione di strutture di primo livello dell’Autorità ovvero abbiano svolto per almeno otto anni le funzioni di magistrato ordinario, amministrativo o contabile, avvocato dello Stato, consigliere parlamentare, dirigente della prima fascia dei ruoli delle amministrazioni pubbliche, professore universitario di ruolo, alto dirigente di imprese e organismi pubblici o privati”. Competenze, dunque, che prevedono qualità manageriali, gestionali, culturali ma anche regolatorio-istituzionali.