COPYRIGHT

Agcom, in otto mesi bloccati 3,5 milioni di file pirata

Dal varo di marzo del Regolamento sul diritto d’autore online, chiuso l’accesso a due milioni e mezzo di documenti musicali e più di un milione audiovisivi. Sul tavolo dei commissari pervenute 142 istanze, in maggioranza relative a fotografie

Pubblicato il 12 Dic 2014

L.M.

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L’Agcom ha bloccato un grande numero di file diffusi illecitamente: oltre due milioni e mezzo musicali e più di un milione audiovisivi. Lo comunica l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni in materia di tutela del diritto d’autore online, in occasione della riunione del Comitato per lo sviluppo e la tutela dell’offerta legale di opere digitali.

Dall’entrata in vigore del Regolamento a marzo 2014 fino al 30 novembre scorso sono pervenute all’Autorità 142 istanze, al netto di quelle compilate e non perfezionate secondo la procedura informatizzata descritta sul sito www.ddaonline. Di queste, la maggior parte ha riguardato opere fotografiche (il 33%) e audiovisive (il 32%). Seguono le istanze che hanno ad oggetto opere di carattere sonoro (15%), editoriale (11%) e letterario (4%), ivi inclusi e-book, manualistica in chiave educational e narrativa. Solo due istanze hanno riguardato i servizi di media audiovisivi.

Nove istanze sono state ritirate e 30 sono state archiviate in via amministrativa per vizi formali. I procedimenti avviati sono stati 95, alcuni dei quali risultano dalla riunione di più istanze. Di questi, il 71% è stato istruito con rito ordinario (che prevede una durata massima di 35 giorni lavorativi) e il 29% con rito abbreviato (12 giorni lavorativi di durata massima), in ragione della gravità della lesione dei diritti di sfruttamento economico delle opere segnalate o del carattere massivo della violazione.

”Tra i procedimenti pervenuti a conclusione alla data del 30 novembre – si legge nel comunicato diffuso da Agcom – il 62% ha fatto registrare un adeguamento spontaneo da parte dei destinatari della comunicazione di avvio; il 29% è sfociato nell’adozione da parte dell’Autorità di un ordine di blocco del Dns dei siti segnalati; il 9% è stato archiviato dalla Commissione per i servizi e i prodotti”.

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