L'EDITORIALE

Agcom, nomine senza curricula: totale carta bianca alla politica

L’attuale Parlamento ha deciso di non adottare la selezione per candidature come avvenuto in passato. Una scelta peraltro in controtendenza anche rispetto alla recente nomina del Presidente Antitrust. C’è ancora tempo per aprire la procedura: ci sarà un ripensamento last minute?

Pubblicato il 04 Lug 2019

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La scelta dei nuovi Commissari e del Presidente di Agcom non si farà attraverso la selezione di curricula. O, almeno, ad oggi le cose stanno così.

Il rinnovo dell’Autorità – il mandato settennale scade il prossimo 26 luglio – non prevede obblighi in tal senso, come invece per il Garante Privacy (il mandato è scaduto il 19 giugno e sono oltre 350 i curricula pervenuti) il cui voto per il rinnovo dei 4 membri (la scelta del Presidente spetta agli stessi) era stato calendarizzato alle Camere lo scorso 26 giugno per poi essere annullato last minute. Ma in molti considerano auspicabile, in nome della “trasparenza” e del “fairplay” una procedura analoga a quella del Garante e utilizzata peraltro anche per la recente nomina del nuovo Presidente dell’Antitrust.

Era il 2012 quando la Camera provò a imprimere una svolta nel nome della trasparenza: l’allora presidente della Camera Gianfranco Fini sostenne la procedura della selezione via curriculum (anche se gli stessi venivano inviati direttamente ai partiti). E nel 2013 si fece un ulteriore passo in avanti: la neo presidente Laura Boldrini decise che la scelta del successore del Commissario Agcom dimissionario Maurizio Dècina (in carica dal 2012) dovesse avvenire fra coloro che avessero sottoposto la propria candidatura attraverso il sito della Camera. Un decisione importante e “neutra” rispetto ai partiti. 56 i curricula pervenuti fra cui quello di Antonio Nicita il quale ebbe allora la meglio al voto in Parlamento.

Se è vero che la scelta finale è sempre politica – il voto in Parlamento è espressione della maggioranza e degli inevitabili accordi fra le parti (ma è la scoperta dell’acqua calda) – è anche vero che la procedura via curricula è senza dubbio più trasparente. Non foss’altro perché i curricula sono pubblici e ci si può fare un’idea anzitempo delle figure in campo consentendo a chiunque – esperti, stakeholder e società civile tutta – di poter esprimere una propria posizione e giudizio sui candidati e in qualche modo quindi di “partecipare” alla scelta.

E visto il terreno tracciato e considerato il ruolo strategico di Agcom e delle Autorità tutte nelle nuove sfide digitali ci si sarebbe aspettato a questa tornata una mossa analoga a quella avviata per l’Antitrust da parte del Presidente della Camera Roberto Fico o dalla Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. Peraltro i due si sono spesi nei mesi scorsi nel rimarcare il “metodo innovativo” – per l’appunto la selezione via curricula – nell’ambito della nomina del nuovo Presidente dell’Antitrust. In effetti per l’Autorità della Concorrenza e del Mercato si è trattato di un primato. Ma a maggior ragione ci si chiede come mai lo stesso metodo non sia stato “replicato” anche per l’Agcom e perché si sia deciso dunque di lasciare la scelta totalmente in mano alla politica. Certo non sono da escludersi soprese dell’ultim’ora, anche se improbabili: l’Autorità è ancora in carica e ci sarebbe dunque ancora tempo per avviare la procedura di candidatura e poi votare sulla base dei curricula pervenuti. Ma il tempo stringe.

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